Uno striscione di solidarietà che riaccende le polemiche. "Mattia e Umbe liberi" è la frase che campeggia dalle finestre del centro sociale Askatasuna, in corso Regina Margherita. Una presenza che testimonia, però, il fatto che all'interno dell'edificio che avrebbe dovuto essere sgomberato ci sono ancora delle persone.
A rilanciare la polemica è il sindacato di polizia FSP, che dichiara: "Ecco la prova che l’occupazione di Askatasuna non è finita. Nonostante le dichiarazioni ufficiali, l'occupazione del Centro Sociale Askatasuna di corso Regina Margherita, che doveva essere evacuato per pericolosità strutturale, continua".
E si rinnova così il dibattito che già nei mesi scorsi ha coinvolto la giunta guidata dal sindaco, Stefano Lo Russo. "Ieri è stato affisso un nuovo striscione sull'edificio - commenta Luca Pantanella, segretario generale di FSP Polizia di Torino -. Gli occupanti hanno pubblicato la foto sui social, rimuovendola poi rapidamente, forse realizzando il grave errore commesso". La foto, condivisa giovedì 7 novembre 2024, mostrava un messaggio di solidarietà verso due ragazzi arrestati ed è stata poi eliminata dai canali social del Centro Sociale.
Pantanella sospetta che l'amministrazione di Lo Russo stia agevolando una futura concessione del centro agli occupanti tramite un’associazione a loro vicina. "Com’è possibile che il Sindaco Lo Russo e la sua giunta ignorino questa situazione? Gli occupanti organizzano eventi all’esterno per distrarre l’opinione pubblica, ma la realtà è che sono ancora all’interno dell’edificio. È l’ennesima ‘furbata’ all’italiana, con il Comune di Torino che sembra spalleggiare gli ormai ex rivoluzionari che fino a ieri contestavano le istituzioni".
E incalza: "Se almeno avessero il coraggio di ammettere che gli occupanti sono dentro, sarebbe più onesto. Invece la giunta torinese sembra voler tutelare certi ambienti di estrema sinistra per convenienze politiche, mettendo da parte la legalità. Tutti noi sappiamo che il Sindaco Lo Russo è dalla parte della legalità. L’unica spiegazione plausibile per questa situazione potrebbe essere un compromesso interno all’amministrazione per mantenere unita la maggioranza. Una possibilità inquietante che getta ulteriori ombre sulla gestione dell’ordine pubblico a Torino".
"Vogliamo sapere chi sta proteggendo chi lancia pietre contro le forze dell'ordine e causa disordini pubblici, non solo a Torino, ma anche in altre città, come in Val di Susa. È ora di dire basta".
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