“Attendiamo gli esiti dell’assemblea costituente, un processo di partecipazione che sta coinvolgendo tutta la comunità del Movimento 5 Stelle. Stiamo trattando temi importanti per i cittadini come la sanità, il sociale, la transizione ecologica e la pace, inoltre sono al vaglio alcune modifiche interne. Un percorso serio e articolato come questo non si può ridurre ad uno scontro tra le parti”.
Ivano Martinetti, fino a sei mesi fa consigliere regionale e attuale referente provinciale pentastellato, se la cava così, con una dichiarazione quasi “democristiana” rispetto alla tensione che agita in queste settimane il Movimento, dove è in atto uno scontro senza esclusione di colpi tra il fondatore Beppe Grillo e l’attuale leader Giuseppe Conte.
Se la situazione è in generale di alta tensione, in provincia di Cuneo l’auspicio di Grillo di rivendicare il diritto all’estinzione dei 5 Stelle è già realtà.
Oggi il partito – se si esclude qualche isolato simpatizzante – non ha più alcuna rappresentanza istituzionale, nemmeno nei municipi. I consensi sono andati calando ad ogni tornata elettorale come certificano i numeri. Alle europee di giugno il M5S ha ottenuto in provincia di Cuneo 14.285 voti (5,26%) e alle regionali 8.212 (3,42%). Dal 2013 ad oggi ha disperso nel Cuneese decine e decine di migliaia di voti.
Dal picco massimo ottenuto alle politiche del 2013 col 26,3%, i consensi sono scesi sotto la soglia del dieci per cento (9,6%) alle europee del 2019. Alle politiche nazionali del marzo 2018 la percentuale oscillava ancora tra il 22,4% (collegio camerale di Cuneo) e il 23,1% (collegio di Alba). Alle ultime elezioni politiche (25 settembre 2022), la percentuale era crollata al 6,46%.
E pensare che per due governi una deputata “grillina” cuneese, Fabiana Dadone, è stata ministro della Repubblica, prima alle Politiche giovanili e poi alla Pubblica amministrazione.
Ivano Martinetti, ultimo giapponese nella giungla stellata, continua a crederci: “Io sto con il Movimento. Credo che il progetto – confida con un’affermazione che ha il sapore di un atto di fede - sia più importante di qualsiasi personalismo”.
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