Il Nazionale

Cronaca | 05 novembre 2024, 13:31

Tragedia sull'A6, il ricordo dell'operaio Mbow Ousrisme: "Passare davanti alla tua stanza sarà doloroso, ti ricorderemo per sempre"

Ventinove 29 anni, italiano di origini senegalesi era residente a Novara ma per il suo lavoro da qualche mese viveva nella frazione di Vispa a Carcare

Tragedia sull'A6, il ricordo dell'operaio Mbow Ousrisme: "Passare davanti alla tua stanza sarà doloroso, ti ricorderemo per sempre"

Sgomento e incredulità. Questi i sentimenti che si stanno provando in queste ore da parte dei colleghi e di chi conosceva Mbow Ousrisme, l'operaio morto ieri mattina dopo un volo di circa 15 metri da un viadotto sull'A6.

Ventinove anni, italiano di origini senegalesi, residente a Novara, l’uomo era un dipendente della Alphe Ponteggi, ditta che stava lavorando in subappalto sull'autostrada, impegnato nel montaggio di un ponteggio sotto l’impalcato del viadotto.

Il tragico incidente si è verificato all’altezza di Altare, in provincia di Savona nei pressi della galleria Nigiu, posto tra i caselli di Altare e Savona al km 114+400, in direzione del comune capoluogo, in prossimità di un viadotto.

L’operaio è precipitato per cause che sono ancora in corso di accertamento. La Procura della Repubblica di Savona ha intanto disposto l'autopsia sul corpo dell'uomo, che momentaneamente risiedeva a Carcare nella frazione di Vispa e che tornava a casa nel weekend.

Sul posto erano intervenuti i militi della Croce Bianca di Altare, la squadra dei Vigili del Fuoco di Cairo Montenotte, l’autoscala da Savona in supporto, l’elisoccorso Grifo e l'Unità Operativa Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro. 

A ricordare l’uomo, con un post particolarmente toccante, una donna, carcarese, che effettuava le pulizie nella sua stanza di lavoratore in trasferta. "Stamattina ti ho visto partire per il lavoro, tu nero come il carbone dentro la tua tuta gialla fosforescente. Avessi saputo che stamattina finiva la tua vita ti avrei fermato, avrei fermato tutti e tutto. Avessi saputo, non avrei fatto il tuo letto stamattina (…)".

"Ti ho sempre chiamato 'bro' come chiamo gli altri sessanta tuoi vicini di casa. Perché per me siete tutti i miei 'bro' anche a casa mia vi chiamo così, anche i miei figli vi chiamano così (…). Da domani passare davanti alla tua stanza sarà doloroso, ti ricorderemo sempre come 'il ragazzo nero alto e sorridente'. La cosa assurda è che tu sai il mio nome, ma io per oggi mi sono dimenticata il tuo. Domani qualcuno me lo ricorderà, ma per il momento rimani ancora uno dei miei 'bro'. Stai in pace fratello, te la meriti tutta".

Luciano Parodi

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