Una lettera che arriva a un anno dal fatto, “non soltanto per onorare la memoria del povero Klaudio ma anche per aver contezza dello stato delle indagini”. È quella a firma dell’avvocato cuneese Alessandro Parola, incentrata sull’uccisione di Klaudio Myrtaj, falegname di Vernante ucciso da un colpo di arma da fuoco alla testa, in pieno giorno, in un cortile adiacente al municipio del piccolo paese.
“A quanto è dato sapere la scena del crimine è stata attentamente e scrupolosamente vagliata dalle migliori professionalità inquirenti presenti in Italia – si legge nella lettera -. Periti balistici di indiscussa professionalità, Ris di Parma – fiore all'occhiello delle investigazioni scientifiche italiane -, Reparti Investigativi dei Carabinieri, noti per la loro scrupolosità e l’attenzione nello svolgimento delle indagini hanno in più occasioni effettuato sopralluoghi, interrogato persone, svolto indagini minuziose. Il corpo del povero Klaudio è inoltre stato oggetto di autopsia da parte di uno dei più esperti e scrupolosi medici legali italiani, che ha evidenziato la compatibilità della causa della morte con un proiettile di piccolo calibro”.
Il legale – chiamato in causa dalla compagna di Myrtaj – ricorda proprio nel suo testo l’arma di piccolo calibro con silenziatore (forse artigianale) comparsa sulla scena del crimine e non rinvenuta dagli inquirenti durante le prime analisi “e perciò evidentemente inserita da mano ignota in un momento successivo alla commissione del crimine”.
“A qualche mese dal fatto, e a seguito delle indagini difensive effettuate anche dallo scrivente, c'era la speranza che il delitto stesse per essere risolto, che si fosse vicini a trovare il colpevole, che l'assassino del povero Klaudio avrebbe presto avuto un nome e un cognome – prosegue Parola -. Le persone che lo hanno pianto e che continuano a piangerlo continuano ad essere, a tutt'oggi e ad un anno dal delitto, in attesa che sia fatta giustizia e che le migliori forze inquirenti presenti nel nostro Paese possano arrivare alla soluzione del caso individuandone il responsabile”.
“Ricordiamo oggi la memoria di Klaudio. Nella speranza che presto la sua morte possa avere, oltre al ricordo, anche il conforto della Giustizia. Lo dobbiamo a Klaudio, lo dobbiamo a tutti noi” conclude l’avvocato.
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