«Avevo chiesto un pluriennale, perché volevo un po’ di stabilità. Purtroppo non è andata così».
Per la prima volta Michael Arcieri - ex gm della Pallacanestro Varese dal 2022 al 2023 - ha raccontato pubblicamente le ragioni del suo addio alla piazza biancorossa. Lo ha fatto nella quarta puntata della quinta stagione dell’Ultima Contesa.
Queste le sue parole: «Quel giorno in piazza Monte Grappa, quando mi hanno chiesto se sarei rimasto a Varese, ho detto che New York era stata la mia casa, ma che in quel momento lo era diventata Varese. Erano parole che sentivo. Nella mia testa ero sicuro che sarei tornato. Avevo un contratto che stava finendo, stavamo trattando il rinnovo e ho pensato che tutto sarebbe andato per il verso giusto. La verità è stata un’altra. Io amo il mio lavoro, ma la mia priorità è sempre stata la mia famiglia e per la mia famiglia in quel momento cercavo la stabilità. Per questo avevo chiesto a Varese un contratto pluriennale ma non siamo arrivati a quello (la società non ha accettato ndr). Succede. È la vita. Trieste invece mi ha dato questa opportunità. Il mio rimpianto vero è stato il fatto che la notizia della mia partenza è stata data prima che io potessi spiegare a tutti i motivi della mia decisione. Questo è stato terribile per me. Varese mi è mancata tantissimo, sono stati 18 mesi incredibili»
Arcieri ha parlato anche della penalizzazione per il caso Tepic che rovinò quella stagione sportivamente felice, ma lo ha fatto partendo da un momento che rimarrà nel suo cuore - e nel cuore di tutti i biancorossi - per sempre, ovvero il saluto alla squadra (penalizzata di 16 punti e a quel punto a rischio retrocessione) il giorno della partenza per la partita decisiva a Trieste, il 15 aprile 2023: «Il sentimento vissuto quello giorno è una cosa che resta per sempre. Ho lavorato tanti anni negli Stati Uniti e ho pensato che chi lavora lì non sentirà mai quella passione e quella intensità. Quel giorno a Varese è stata una cosa che ti porti dietro una vita. Se avessi potuto scegliere due città dove lavorare non so cosa avrei scelto, ma ora so che sceglierei Varese e Trieste, due città di pallacanestro con tifosi pazzeschi».
Dal gm di New York sono arrivate tante altre parole al miele per la Pallacanestro Varese: «La gente che lavora in società, e non faccio nomi perché non voglio dimenticare nessuno, mi hanno reso felice ogni giorno di andare al lavoro. E ringrazio i tifosi e i giornalisti per come mi hanno sempre trattato. Mi è rimasta nel cuore la partita contro la Fortitudo del primo anno, quando dovevamo vincere per non retrocedere. E poi l’anno dopo a Trieste, quell’abbraccio con tutti i giocatori : è stato come se avessimo vinto lo scudetto. E ancora il sacrificio di Justin Reyes, che per me - come Ross e Brown - è ormai un figlio, che giocò da infortunato contro Scafati. Ma ricordo anche gli abbracci dei tifosi a Markel Brown che lo facevano sentire parte della città. Varese è speciale e io la tiferò sempre, tranne domenica prossima...».
Il suo commento su Trieste-Varese della prossima giornata: «Mi aspetto una partita difficilissima, anche perché vincere dà sempre fiducia e Varese ieri ha vinto. Sicuramente anche quando c’è un po’ di movimento sul roster i ragazzi si uniscono di più, e questa è una cosa bella, vuol dire che sono professionisti. Sarà una gara molto tosta».
Tutte le dichiarazioni di Michael Arcieri - gli aneddoti su Brown e Reyes, il suo giudizio su Jaron Johnson, le differenze tra il gioco di Varese e quello di Trieste e il commento su questo inizio di stagione - ma anche il mercato in casa biancorossa, il caso Mannion e i possibili incastri di una Openjobmetis che sta cambiando pelle nel video qui sotto con la puntata integrale de l’Ultima Contesa.
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