Il Nazionale

Cronaca | 28 ottobre 2024, 19:17

Investì uno studente in corso De Gasperi, a Cuneo: l'Appello ribalta la sentenza e condanna l'imputata

Assolta in Tribunale a Cuneo per l'incidente in cui perse la vita il 17enne Francesco Scarmato, la donna, un'infermiere del Santa Croce, è stata condannata in secondo grado a 10 mesi di reclusione

Investì uno studente in corso De Gasperi, a Cuneo: l'Appello ribalta la sentenza e condanna l'imputata

Nei giorni scorsi, la Corte d’Appello di Torino ha ribaltato la sentenza di primo grado pronunciata  del Tribunale di Cuneo in merito all’incidente avvenuto nella notte fra l’11 e il 12 luglio 2019 a San Rocco Castagnaretta,  in cui perse la vota il 17enne Francesco Scarmato.

L’imputata, 32enne infermiera dell’ospedale di Cuneo che quella notte aveva smontato il turno, che era stata assolta per non aver commesso il fatto, è stata condannata in secondo grado a dieci mesi di reclusione e alla sospensione della patente di guida. Inoltre, dovrà corrispondere alla famiglia del giovane, costituitasi parte civile, un risarcimento danni.

Il ragazzo, quella notte, viaggiava insieme a un amico a bordo della bicicletta che la Ford Focus condotta dalla donna, travolse all’altezza dell’incrocio tra corso De Gasperi e via San Maurizio, di fronte al cimitero di San Rocco Castagnaretta, in un luogo già in precedenza teatro di incidenti anche gravi.

Il giovane, studente all’Enaip e grande appassionato di calcio, che poco più di un mese dopo avrebbe compiuto 18 anni, morì sul colpo. A nulla valsero i lunghi tentativi di rianimarlo tentati dai soccorritori giunti sul posto in breve tempo. L'amico rimase gravemente ferito.

Al termine del dibattimento in tribunale a Cuneo l’accusa aveva chiesto per l’infermiera la condanna a una pena di un anno di reclusione, contestando come l’auto da lei condotta stesse procedendo a una velocità che secondo la tesi dei consulenti tecnici sarebbe stata superiore, anche se di poco, al limite di velocità di 50 km orari previsto in quel tratto stradale.

Altri elementi da considerare, che erano stati rilevati anche dalle parti civili, con l’avvocato Daria Boriosi a rappresentare la famiglia della vittima, sarebbero stati la presenza in quel punto di un semaforo, anche se lampeggiante in quel momento, e il passaggio di un’altra bicicletta, con a bordo un altro amico di Francesco Scarmato, poco prima di quella investita: segnali che avrebbero dovuto indurre la donna a una maggiore cautela nell’approcciarsi a quell’attraversamento.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Vittorio Sommacal, aveva invece rimarcato come la bicicletta con a bordo i due giovani non avesse rispettato l’obbligo di precedenza. La lettura della sentenza, avvenuta alla presenza dei genitori di Francesco Scarmato, è stata accompagnata dalle proteste di diverse persone presenti in aula, tra i familiari e gli amici del giovane, alcuni dei quali indossavano magliette con la scritta "Giustizia per Francesco".

CharB.

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