È un Marco Bucci visibilmente stanco, provato da una campagna elettorale forse inattesa, breve ma ad alta intensità, quello che si è presentato sul palco dell’Auditorium dei Magazzini del Cotone per il grande evento del centrodestra ligure e nazionale con Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini.
Nel suo discorso, una parola ricorrente: “Futuro”. E poi il ritornello sulla Liguria del ‘sì’ e la Liguria del ‘no’, sul bivio tra centrodestra e centrosinistra, tra frecciate al diretto concorrente Andrea Orlando e la rivendicazione di una squadra unita e coesa.
Bucci ha scelto di partire dal suo ruolo, sindaco di Genova pronto a portare il suo modello operativo in Regione: “Noi sindaci siamo quelli che di notte, quando ci chiamano, usciamo per andare a lavorare, ne siamo orgogliosi e contenti ed è questo il modo in cui vogliamo proporci a tutti i liguri. Sarebbe bello che potessi essere chiamato ‘sindaco della Regione Liguria’, vuol dire essere al servizio dei cittadini, noi non li comandiamo come invece fa qualcuno che ha fatto il politico di professione. I cittadini sono la nostra priorità”.
“Abbiamo disegnato un sogno, un progetto per la Liguria, e abbiamo chiesto ai partiti di stare con noi - ha proseguito Bucci - altri, che hanno sete di potere, hanno prima messo insieme tutte le organizzazioni del loro lato e poi si sono presentati agli elettori senza programma per poi farlo una volta al potere. Abbiamo dimostrato che cosa significa stare tutti insieme, in Comune a Genova non c’è stata una singola delibera che non sia stata approvata dal consiglio comunale. Dobbiamo confrontarci, ma andiamo tutti nella stessa direzione, cosa che non sono capaci di fare dall’altra parte. Vogliamo credere con qualità di vita, infrastrutture, una sanità di alta qualità, il rispetto per l’ambiente, i posti di lavoro, il sociale, dando la garanzia a tutti che in Liguria si vive bene. Dall’altra parte ci sono quelli che vogliono tornare a vent’anni fa, che non sono assolutamente d’accordo sul fare le infrastrutture. Siamo a un bivio, o si sceglie da una parte o dall’altra”.
“Vogliamo una Liguria che sia la più grande regione del Mediterraneo, con una grande qualità di vita per tutti - ha concluso Bucci dal palco, andando anche sul personale - la regione dove potranno crescere e trovare lavoro i nostri figli e che consegneremo alle future generazioni orgogliosi di averlo fatto. Tra cinque anni tutti noi potremo dire di averlo fatto. Convincete tutti a partecipare a questa chiamata per il futuro della Liguria. Io ci ho messo la faccia, non ero nella situazione ideale per farlo, ma penso che sia mio dovere, come cittadino ligure, di fare il possibile per la mia regione. Nella mia condizione ho deciso di farlo perché era mio dovere e lo sto facendo. Statemi vicino, state vicino a tutti noi e a chi vuole la Liguria del futuro, lasciate perdere chi vuole tornare al declino. Una buona Regione non fa passi indietro, la Liguria non fa passi indietro”.
Prima dell’evento, Bucci ha aggiunto davanti ai cronisti: “Sono contento che si sia mosso il centrodestra nazionale, la mia vittoria darebbe tanto valore alla Liguria che ha bisogno di continuare a crescere ed essere una grande regione a livello internazionale. Se dovesse andare male vorrei rimanere sindaco invece che essere leader dell’opposizione in Regione. Penso che sia quello il mio dovere. Se siamo in vantaggio? Lo dicono i numeri, ma è importante che tutti vadano a votare. Non saremo né in continuità né in discontinuità, continueremo le cose che hanno valore e miglioreremo le cose che vanno migliorate come la costruzione di ospedali o l’annullamento delle liste d’attesa. Ci sono prefetti, questori o generali in pensione che mi hanno chiesto di collaborare con noi per la sicurezza e ho già una ventina di nomi come possibili assessori”.
Bucci ha poi chiuso sulla questione Toti: “Non c’è stato un singolo cittadino che mi abbia chiesto qualcosa su di lui, semmai qualcuno mi ha chiesto di salutarglielo. I genovesi sono pratici, pensano al futuro”.
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