Il Nazionale

Cronaca | 27 settembre 2024, 07:39

Scontri al derby di Genova, bloccata la vendita dei biglietti di Genoa e Sampdoria per le prossime quattro partite

Rischio di gare a porte chiuse già a partire dal match contro la Juventus di domani. Divieto di trasferte per tutti i tifosi. Il triste (ma scontato) epilogo dopo gli episodi dell'altra sera: e a rimetterci sono tutti

Scontri al derby di Genova, bloccata la vendita dei biglietti di Genoa e Sampdoria per le prossime quattro partite

I disordini del derby costano caro, l'Osservatorio per le manifestazioni sportive ieri sera ha bloccato la vendita dei biglietti delle prossime quattro partite di Genoa e Sampdoria per tutti i tifosi, a partire dal match di domani sera del Genoa impegnato in casa contro la Juventus

Un totale di otto incontri sportivi di campionato in programma fino al 4 novembre per Genoa e Sampdoria rinviati alle valutazioni del Comitato analisi per la Sicurezza nelle manifestazioni sportive per eventuali restrizioni che potrebbero diventare partite a porte chiuse. Intanto però è già partita l'intimazione a non avviare la vendita dei biglietti, determinazione del Ministero dell'Interno che arriva all'indomani della guerriglia urbana della notte del derby di Genova. Cornice violenta con ripercussioni anche sul resto delle due tifoserie che nulla hanno avuto a che fare con i disordini in strada.

Una ventiquattr'ore di tensione, dopo un'escalation di mesi partita con i fatti di maggio scorso e un furto di pezze da una sede degli ultras della Sampdoria, deflagrata mercoledì sera con l'esposizione dell'oggetto del furto, capovolto, in gradinata nord durante la partita.  

Nonostante gli appelli, i maxi controlli messi in campo, il corposo dispositivo di forze dell'ordine, una notte di violenza intorno al Ferraris con un quartiere basito dalle finestre a osservare per ore scene di delirio urbano tra tentativi di forzatura del blocco imposto dalle forze dell'ordine per evitare contatti tra tifoserie, e assalti alla polizia e ai carabinieri.

Nonostante le tenute antisommossa, nonostante i mezzi blindati a un certo punto autorizzati anche ad azionare gli idranti, nonostante i tentativi di disperdere la folla anche con copiosi lanci di lacrimogeni, alla fine il numero più alto di feriti si è registrato proprio tra le forze dell'ordine. In trentasei hanno dovuto fare ricorso alle cure in ospedale, con prognosi tra i 7 e i 30 giorni. Nel bilancio aggiornato a venerdì ci sono invece due arresti di tifosi a bordo di un'auto con targa francese - presumibilmente marsigliesi - e otto tifosi locali di cui sei minori portati in Questura, più altre tre denunce complessive.

E poi i sequestri: spranghe, bastoni, caschi, bombe carta, fumogeni, materiale esplosivo, oggetti contundenti, utilizzati negli scontri del primo pomeriggio pre match in via del Piano, e poi in nottata, tra corso De Stefanis e via Bobbio dove gli agenti in assetto antisommossa si sono trovati ad affrontare diverse frange di ultras in gruppi di cinquanta o cento persone a volto coperto, casco indossato, pronti allo scontro.

Che si trattasse di un match 'caldo' si sapeva già in anticipo, tra chi ha scelto di non comprare nemmeno il biglietto per evitare di trovarsi in mezzo ai disordini e chi, già allo stadio, ha pensato di uscire prima per evitare di mettersi a rischio. A metà del secondo tempo, dopo l'episodio degli striscioni, dai due settori è iniziata un'uscita massiccia di tifosi defluiti in zona esterna, che hanno iniziato a premere sul cordone di polizia per raggiungere la frangia opposta e scontrarsi, rovinando non solo la serata ma, con ogni probabilità, anche le prossime giornate di campionato. 

Immaginabile la rabbia degli abbonati, ripercussione invece ovvia per quanto riguarda le ricadute di problemi di ordine pubblico attorno e dentro gli stadi. A Marassi da ore infuria la polemica, quella dei commercianti prima - costretti a chiudere le serrande per evitare danni - quella del quartiere poi, che da decenni convive con le esigenze di uno stadio nel cuore di una delegazione, situazione che nella normalità delle cose ha i suoi pro e certamente anche i suoi contro. Ma quella di mercoledì notte è stata una vicenda senza precedenti tra le tifoserie genovesi.

Nelle prossime ore proseguiranno gli accertamenti della polizia che isolerà le immagini di violenti e facinorosi per lavorare alle identificazioni. Per i fermi in differita rispetto al caos di mercoledì notte c'è tempo quarantotto ore.

Valentina Carosini

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