Un momento di riflessione per fermare il tragico fenomeno dei suicidi in carcere. Fenomeno che in Italia ha assunto proporzioni drammatiche; dal 1° gennaio infatti, sono 48 le persone detenute in Italia che si sono suicidate in carcere.
Secondo l'Associazione Antigone che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale "si è uccisa una persona detenuta ogni due giorni e mezzo. Se il dato fosse questo, a fine anno avremo circa 100 suicidi, superando il dato degli 85 avvenuti nel 2022. Va tenuto conto che quell'anno, proprio l'estate, fu un periodo drammatico, quando nel solo mese di agosto se ne contarono 17".
Questa mattina anche ad Asti si è tenuta una " “maratona oratoria” sulla situazione ormai fuori controllo dei suicidi in carcere: "Già nei giorni scorsi avevamo lanciato l'allarme, indicando in questa una vera e propria emergenza nazionale e chiedendo provvedimenti immediati da parte del Governo e del Parlamento. Che torniamo a chiedere ancora una volta, proprio in vista dei mesi estivi, quelli dove le attività scolastiche chiudono, quelle di volontariato si rarefanno e le persone detenute restano più sole e le loro giornate diventano piene di apatia e noia, che portano disperazione. Disperazione e solitudine che sono un volano per gli episodi più estremi.
La maratona si è tenuta all’ingresso del Palazzo di Giustizia (via Govone 9), nell'Area dedicata all'avvocata Maria Grazia Curallo, con gli interventi degli avvocati della Camera Penale e del Foro di Asti.
L’obiettivo è stato quello di coinvolgere il più possibile la società civile, sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione di degrado in cui sono costretti i detenuti.
La manifestazione ha voluto, anche ad Asti, rispondere all’appello pubblico che ha preso avvio dalle parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che il 18 marzo scorso, parlando alla Polizia Penitenziaria al Quirinale, ha sottolineato come elemento prioritario sia “l’esigenza di assistenza sanitaria nelle prigioni, che è una esigenza diffusa ampia, indispensabile”. E ancora: “È indispensabile che si affronti sollecitamente questo aspetto. Il numero dei suicidi nelle carceri dimostra che servono interventi urgenti. È importante e indispensabile affrontare il problema immediatamente e con urgenza. Tutto questo va fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione, per rispetto di chi negli istituti carcerari è detenuto e per chi vi lavora”.
Il carcere di Asti
La situazione nel carcere di Asti è attenzionata. Nei giorni scorsi i sindacati avevano lanciato l'allarme, indicando in questa una vera e propria emergenza nazionale e chiedendo provvedimenti immediati da parte del Governo e del Parlamento. "Che torniamo a chiedere ancora una volta, proprio in vista dei mesi estivi, quelli dove le attività scolastiche chiudono, quelle di volontariato si rarefanno e le persone detenute restano più sole e le loro giornate diventano piene di apatia e noia, che portano disperazione. Disperazione e solitudine che sono un volano per gli episodi più estremi, avevano detto, segnalando la pericolosità in particolare di un detenuto che rifiutava di rientrare nella sua cella.
L'onorevole Andrea Giaccone aveva presentato un'interrogazione per segnalare la situazione, così anche il collega Ivan Scalfarotto (Italia Viva), si era interessato al caso Asti.
La garante dei detenuti del carcere di Asti (di massima sicurezza), Paola Ferlauto ha comunicato i reali numeri dei detenuti: "A oggi 10 luglio i detenuti sono 253 più 16 in semilibertà. La capienza regolamentare è però di 214 persone".
I sindacati di Sappe, Sinappe, Osapp, Uil Pa, Uspp, Cisl Fns, hanno chiesto alla Questura di Asti di poter effettuare fuori dalla Casa di reclusione un sit in il 15 luglio.
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