Il Nazionale

Sport | 27 giugno 2024, 15:48

Sannino: «Svizzera-Italia? Scopriremo chi siamo veramente. Varese con "quel" nostro Varese faceva l'amore. Un giorno Mangia tornerà in panchina e io farà il suo vice»

Alla vigilia degli ottavi europei, intervista al dei Paradiso che conosce molto bene il calcio svizzero: «Prevedo una sfida equilibrata dove capiremo se gli azzurri sono davvero quelli visti con la Croazia, oppure altro... Finora la Spagna mi ha entusiasmato. La Città Giardino? La gente ancora oggi dimostra sentimenti incredibili e mi ferma anche quando corro. Sogliano è un uomo vero: difficile incontrare persone come lui in questo calcio, valorizza i calciatori anche sul piano umano. Per il bene di tutta la città speriamo che i biancorossi tornino nella storia del calcio»

Sannino: «Svizzera-Italia? Scopriremo chi siamo veramente. Varese con "quel" nostro Varese faceva l'amore. Un giorno Mangia tornerà in panchina e io farà il suo vice»

Beppe Sannino è, semplicemente, Beppe Sannino. Cioè un uomo unico e non solo o non tanto colui che venne votato dai tifosi come l'allenatore del secolo biancorosso - il suo legame con la città e con i varesini è qualcosa di unico e senza precedenti anche oggi - o che vinse panchina d’oro dopo la storica promozione in B attesa 25 anni e quella d'argento tra i grandi dove ha allenato anche Novara, Siena, Palermo, Chievo e - all'estero - Watford, Levadejakos, Honved e - in Canton Ticino da due anni - il Paradiso trascinato in Promotion League per la prima volta nella storia e, poi, a un fantastico campionato di vertice. La vita e l'indole di Sannino sono un'emozione da cui è impossibile sfuggire e, a 67 anni, rappresenta l'amore più puro per il calcio di un eterno fanciullo a cui è impossibile non voler bene.

Beppe Sannino: partiamo dagli Europei e dall'ultima vittoria dell'Italia al 98'...
La sfida con la Croazia è stata sofferta: venivamo da una non lodevole prestazione con la Spagna, era un po la partita dell’ultima spiaggia e c’era molta pressione sui giocatori. A mio avviso i croati hanno fatto vedere qualcosa in più.  Poi la Dea Bendata ci ha dato una mano, anche se il gol di Zaccagni è stato d'ottima fattura. Vedremo negli ottavi con la Svizzera se la nostra Nazionale è davvero questa, oppure se conosceremo la sua vera natura.

Conosci bene il calcio svizzero: che incontro prevedi?
La Svizzera sinora mi ha ben impressionato. È messa in campo molto bene, ci sono buonissimi giocatori, è una bella compagine e darà filo da torcere ai nostri azzurri.  Sarà una partita equilibrata: impossibile sottovalutare il calcio svizzero perché negli ultimi anni ha fatto passi avanti notevoli.

Come giudichi sinora questi Europei?
Di buon livello. Ho visto belle partite, in modo particolare mi ha entusiasmato la Spagna che ha fatto vedere un bel gioco.

Parlaci un po' del calcio svizzero da dentro e cioè da allenatore per due anni del Paradiso.
In Svizzera il calcio è ancora divertimento, rispetto degli altri e delle regole. Non c’è tutta la pressione italiana. Ci sono pregi ma anche qualche difetto. Allenare i ragazzi svizzeri è bello, sono seri, per loro viene prima la scuola o il lavoro. 

Allenerai ancora al Paradiso trascinato al traguardo storico della Promotion League e poi a un campionato di altissimo livello?
Certamente: ho un contratto sino al 2027 e mi trovo molto bene sia con la tifoseria, che con lo staff e la proprietà.  Non vedo l’ora che arrivi il 3 luglio per iniziare gli allenamenti e ricominciare per ottenere nuovi risultati.

Mister, anni fa avevi promesso che un giorno saresti tornato a Varese...
La promessa è ancora valida, sempre se ci sarà la volontà da parte della società. Per tre anni sono impegnato, poi se ci sarà l’opportunità io ci sarò.

Il tuo rapporto con la città di Varese?
Straordinario. Ancora adesso quando vado in centro la gente mi ferma per parlarmi di calcio. Addirittura quando sono in giro a correre a volte mi salutano abbassando il finestrino della loro auto. 

Nel periodo varesino, gioie e delusioni?
Gioie tante, delusioni nessuna. È stato un momento magico unico, la città ha vissuto un periodo straordinario di amore con il calcio. Sentivo l’entusiasmo della gente: il calcio era un mezzo per unire e per creare momenti di convivialità, facendo nascere tanti club.  Ancora oggi mi emoziono rivedendo le partite di quel periodo: nei tre anni in biancorosso, il fortino di Masnago non è mai stato espugnato, e questa per me è una grande gioia nel mio cuore.

Hai ancora contatti con i tuoi ragazzi di quel periodo?
Certo, un legame fortissimo: ci mandiamo messaggi e, con quelli residenti in zona o vicino alla nostra provincia, a volte ci incontriamo per un aperitivo.

Apericena anche con Sean Sogliano?
Sean è un uomo vero, difficile incontrare persone nel genere in questo mondo. La nostra amicizia fraterna va oltre il calcio. Si sono creati valori che è difficile da spiegare. Sean è un direttore sportivo capace, che sa valorizzare i calciatori sia sul piano umano che calcistico. Mi complimento ancora con lui per l’eccellente risultato che ha conseguito quest’anno con il Verona.

Sei molto legato anche a Devis Mangia?
Ci sentiamo spesso. Mi auguro che possa rientrare al più presto nel panorama calcistico perché ha tutte le caratteristiche per farlo. Mi auguro di vederlo presto su qualche panchina. Anzi, facciamo così: quando tornerò a Varese sarò un po’ "vecchietto", propongo quindi Mangia allenatore mentre io farò super volentieri il suo secondo.

Prossime sfide, mister?
Tutti i giorni c’e una sfida, adesso faccio un periodo di riposo con mia moglie, poi si ricomincia nel "Paradiso svizzero" a scrivere un nuovo capitolo di una storia, anche se da qualche parte è già tutto scritto.

Concludendo: segui il calcio varesino?
Certo, perché non dovrei. Ci sono realtà interessanti con buoni calciatori. Quest’anno ho seguito con interesse particolare il bel campionato del Varese di Cotta e Rainieri, a cui pubblicamente faccio i miei complimenti.

Il futuro del Varese?
Passa sicuramente dallo stadio, su questo non c’è dubbio. Antonio Rosati quest’anno ha alzato l’asticella, rinnovando lo staff: vediamo... certo che sarà un campionato difficile. Per il bene di tutta la città speriamo che i biancorossi tornino al loro livello, cioè in quel calcio dove hanno scritto una grande storia.

Claudio Ferretti

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