Raffaelle Gallo ritira la sua candidatura alle Regionali del Pd. Il capolista e capogruppo regionale fa un passo indietro, dopo il terremoto politico che ha investito dem per l’indagine Echidna della DDA di Torino, che vede coinvolto il papà Salvatore Gallo, accusato di peculato, voto di scambio ed "estorsione politica" nell'ambito della maxi inchiesta Echidna sui rapporti tra ‘ndrangheta e concessioni autostradali.
Dalle intercettazioni a margine dell'inchiesta emerge una "politica clientelare" di Gallo sr all'ombra della Mole, "consistente nel favorire amici in cambio di sostegno elettorale per i propri amici e candidati". Tra cui ovviamente il figlio Raffaele. Il capogruppo regionale non è coinvolto nell'indagine, anzi ribadisce "con forza la totale estraneità a comportamenti e fatti anche solo lontanamente assimilabili a vicinanza all’Ndrangheta", ma la pressione mediatica e all'interno del Pd si è fatta di ora in ora più forte.
Così Raffaele Gallo, "a tutela dei miei figli e di mia moglie e con senso di responsabilità e rispetto verso il Partito democratico" , ha annunciato di ritirare la candidatura per le elezioni di giugno.
“Prima di essere un uomo pubblico, con responsabilità politica, - scrive in una nota - sono un padre e un marito". Oltre al passo indietro per le Regionali, Gallo annuncia inoltre di dimettersi "da Presidente del Gruppo consiliare a Palazzo Lascaris lasciando il mandato nelle mani del segretario Mimmo Rossi e del gruppo stesso per identificare il nuovo capogruppo in queste ultime settimane dì legislatura, connesse con gli adempimenti formali per le liste da presentare".
E sul padre Salvatore, coinvolto nel secondo filone di indagine non legato a rapporti con l’Ndrangheta, Raffaele si dice "fiducioso che lui potrà’ chiarire tutti gli aspetti contestati dagli inquirenti in tempi rapidi".
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