"L'Università è un luogo di manifestazione del pensiero e mantenere gli accordi di collaborazione, per progetti scientifici e storici consolidati su cui abbiamo sempre lavorato, serve anche a mantenere ponti culturali e di pace, attività cui sono chiamate le istituzioni universitarie e ruolo al quale non dobbiamo abdicare". Commenta così il rettore dell'Università di Genova, Federico Delfino, dopo le contestazioni subite questa mattina da parte di alcuni gruppi di autonomi all'interno della sede dell'ateneo.
Un'aggressione verbale e alcuni danni tra cui quelli alla porta di una delle aule dell'Università dov'era riunito il senato accademico, ma non gli unici registrati negli ultimi mesi in cui l'attenzione è salita di pari passo alla guerra israelo-palestinese.
Un passo indietro a questa mattina, quando due gruppi sono entrati nella sede dell'Università di via Balbi 5 a Genova appendendo una serie di striscioni e mettendo in piedi una contestazione. Oggetto della protesta, gli accordi di collaborazione esistenti tra l'ateneo - quello genovese come altri in Italia - e Israele, con la richiesta di fermare ogni cooperazione. "Con la resistenza palestinese", recitavano alcuni degli striscioni appesi tra l'ingresso e il cortile interno, "Non saremo menti per la vostra guerra, rompere gli accordi tra Unige, Israele e l'industria bellica", poi rimossi.
Due i gruppi distinti che hanno messo in atto la protesta, da un lato il collettivo studentesco 'Cambiare rotta', che poi è stato ricevuto dal Rettore Delfino, dall'altro un gruppo di autonomi non meglio identificati che hanno fatto irruzione danneggiando una porta e bloccando il senato accademico per prendere la parola, contestando il rettore, rendendosi responsabili di una serie di insulti e danni già verbalizzati dalle forze dell'ordine che da mesi seguono anche con controlli a bassa intensità la situazione in ateneo.
"Uno dei due gruppi - spiega il rettore - ha fatto irruzione nella sala interrompendo il senato accademico e sfondando la porta, pretendendo di essere ascoltati", Nessuno scontro ma un'aggressione "solo verbale - continua Delfino - mentre uscivo dalla sala riunioni dove ho poi incontrato il movimento studentesco 'Cambiare rotta', con cui ci siamo confrontati in modo civile. Con l'altro gruppo, più intemperante, il clima di tensione e non ha permesso un confronto costruttivo".
Quelli contestati, ha sottolineato ancora il rettore, sono accordi consolidati su progetti storici e scientifici, un ruolo al quale "che servono a mantenere collaborazioni culturali e di pace, ruolo al quale sono chiamate le istituzioni formative".
Sul caso di oggi, ma non solo, sono in corso accertamenti e saranno visionati anche i filmati delle telecamere a circuito chiuso. "Non l'unico - conclude Delfino - abbiamo avuto occupazioni di aule, contestazioni e intromissioni in sale e documentazioni. Da 5 mesi abbiamo il supporto da parte della Digos e gli episodi sono stati tutti segnalati".
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