120 militari della Guardia di Finanza sono impegnati dalle prime ore di questa mattina in una vasta operazione antidroga denominata “Malok 2019” che riguarda un vasto traffico di stupefacenti i varie regioni italiane, tra le quali il Piemonte.
Le Fiamme Gialle, appartenenti al Comando Provinciale di Torino e al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (SCICO) di Roma, coordinati dalla Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia torinese e con la collaborazione di unità operative di altri Reparti del Corpo, stanno arrestando 24 persone gravemente indiziate di far parte di due distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico e alla commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (principalmente cocaina e marijuana).
La base logistica della banda criminale era a Torino, ma il gruppo aveva una consolidata rete di approvvigionamento e distribuzione, con sodali incaricati di acquisto, stoccaggio, lavorazione e successiva commercializzazione della sostanza in altre province della nostra regione.
Le comunicazioni tra i componenti avvenivano tramite apparati cellulari di prima generazione, appositamente dedicati. Dalle indagini investigative è emersa anche la capacità di fronteggiare emergenze logistico-organizzative, mediante la sostituzione dei corrieri quando questi erano tratti in arresto e la prosecuzione delle attività illecite nonostante il sequestro di partite di stupefacente e l’arresto di fornitori.
L’organizzazione, che si occupava principalmente del traffico di cocaina, è risultata avere una vasta rete di clienti, ubicata non solo in Piemonte (nelle province di Torino, Asti e Cuneo) ma anche in Toscana (provincia di Lucca). A capo vi era un cinquantottenne albanese, da oltre 20 anni stabilitosi in Italia.
Sono stati intercettati e sottoposti a sequestro, in più occasioni, non solo in Piemonte ma anche in Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Toscana e Veneto, complessivamente circa 45 kg di cocaina, 150 kg di marijuana, 1,5 kg di hashish e 900 mila euro in contanti. I quantitativi di sostanze stupefacenti sequestrati, se immessi sul mercato “al dettaglio”, avrebbero potuto generare introiti illeciti per almeno 6 milioni di euro.
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