Il Nazionale

Cronaca | 06 febbraio 2024, 13:33

Chiuse le indagini sul caso dell'anziana castagnolese circuita per anni dalla badante

Il difensore dell'indagata: "Faremo le nostre valutazioni, fantasie di stampa le ipotesi di un analogo fatto commesso ai danni di un altro anziano della zona"

Chiuse le indagini sul caso dell'anziana castagnolese circuita per anni dalla badante

La Procura della Repubblica di Asti ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari condotte a carico di Anca Egorov (foto sotto)la 47enne badante di nazionalità romena che dallo scorso 4 dicembre è agli arresti domiciliari presso la sua abitazione di Costigliole d'Asti, nell'ambito di un'inchiesta nata dalla denuncia presentata lo scorso settembre da Giuseppina Marcovecchio, 79enne di Castagnole delle Lanze sua ex assistita, che la accusa di averla in sostanza circuita per trarne un vantaggio personale (CLICCA QUI per rileggere l'articolo), sino a convincerla a compiere un viaggio in Romania, dove la pensionata sarebbe poi stata lasciata con l'inganno a vivere per diversi anni presso la famiglia di quella che nel 2015 era stata la persona deputata a prendersi cura di lei e del marito malato, mentre la prima, è l’oggetto della denuncia, prendeva possesso della sua abitazione e di parte dei suoi averi

Da qui la misura cautelare disposta nelle scorse settimane a suo carico e le accuse – circonvenzione d’incapace e di autoriciclaggio - al centro delle indagini con le quali il sostituto procuratore astigiano Davide Greco ha cercato di fare chiarezza su quanto avvenuto in merito alla possibilità conferita alla badante di operare sui conti correnti bancari della sua assistita, dai quali la prima si sarebbe impossessata di 317mila euro, mentre il secondo capo d’accusa verte sull’utilizzo di parte di questi, esattamente 149mila euro, per l’acquisto della Tabaccheria Dante di piazza Umberto I a Santo Stefano Belbo, esercizio commerciale che la donna avrebbe poi a sua volta rivenduto a soggetti che risultano completamente estranei alla vicenda. 

La donna ha ora venti giorni di tempo per esercitare una delle facoltà previste dal Codice di Procedura Penale una volta terminata la fase delle indagini, ovvero presentare memorie, produrre documenti, depositare documentazione relativa a investigazioni del difensore, chiedere al Pm il compimento di atti di indagine, nonché presentarsi per rilasciare dichiarazioni ovvero chiedere di essere sottoposta a interrogatorio. 

L’avvocato albese Roberto Ponzio, difensore della donna"Le indagini hanno avuto l’indubbio pregio di essere state rapide. La seconda imputazione trionfalmente prospettata da fonti giornalistiche, per analogo fatto ipoteticamente commesso a danno di un altro anziano, si è rivelata fantasiosa. Con l’accesso agli atti sarà possibile capire su che cosa si fonda esattamente l’ipotesi accusatoria e fare le conseguenti valutazioni in merito alla possibilità di richiedere l’accesso a riti alternativi. Parliamo di una vicenda che in ogni caso ha avuto un’abnorme esposizione mediatica, divenuta il presupposto di un tripudio forcaiolo rimbalzato addirittura in Romania. In spregio a ogni garanzia di presunzione d’innocenza la mia assistita è diventata colpevole in attesa di giudizio. Forca e gogna sono un arbitrio che mal si concilia con lo stato di diritto. Così dovrebbe essere nel terzo millennio". 

Ezio Massucco

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