Il Nazionale

Cronaca | 19 ottobre 2023, 08:05

Omicidio di Malnate, il medico legale: «Nove lesioni alla testa»

La testimonianza al processo per il delitto di Malnate. Ferite "non incompatibili" con il vaso che per l'accusa è l'arma impugnata dall'assassino. Il Dna dell'imputato sotto un'unghia della vittima

Omicidio di Malnate, il medico legale: «Nove lesioni alla testa»

(di Gabriele Lavagno da LuinoNotizie.it) La pensionata di Malnate Carmela Fabozzi fu uccisa con almeno nove colpi inferti alla testa, utilizzando un oggetto contundente privo di spigoli vivi. Morì sul pavimento del corridoio della sua abitazione in via Sanvito, pochi minuti dopo l’ultimo colpo, sferrato con la donna a terra.

A parlare della dinamica dell’omicidio, nell’aula bunker del tribunale di Varese, è il medico legale Cesare Garberi, che effettuò i primi rilievi sul cadavere della donna 73enne circa dodici ore dopo la sua morte, la sera del 22 luglio 2022.

Le ferite, devastanti al punto da compromettere rapidamente la capacità di respirare e il battito cardiaco, «non sono incompatibili» con l’utilizzo del grosso vaso di vetro che per la Procura di Varese è l’arma del delitto, ha affermato il medico, precisando che il vetro non rilascia tracce metalliche, non presenti – infatti – sul capo della vittima.

Su quel vaso, abbondantemente imbrattato di sangue e appoggiato su un mobile all’ingresso della casa di Fabozzi, furono isolate le impronte digitali del 67enne Sergio Domenichini, accusato dell’omicidio. E il suo Dna, stando a quello che emerge dal processo, era presente sotto un’unghia della pensionata malnatese, prelevata dai carabinieri della sezioni rilievi del Nucleo investigativo di Varese.

Carabinieri che la sera del 22 luglio dello scorso anno nella casa di via Sanvito avevano trovato diverse tracce ematiche sul muro, proiettate dal “brandeggio” dell’oggetto usato come arma dall’assassino, mosso con forza tra un colpo e l’altro e poi lasciato all’interno dell’appartamento; un’ampia pozza di sangue attorno alla testa della povera pensionata e altre gocce sparse tra bagno e camere da letto, e appartenenti sempre alla vittima. «L’aggressione è stata violenta – ha spiegato in tribunale il maresciallo Michela Ruggeri – la donna è stata colpita con forza e sulle mani non aveva segni di difesa».

Il portafoglio della 73enne conteneva due banconote da 100 euro. Ma l’assassino quel giorno era interessato ai gioielli, alcuni dei quali, dopo l’omicidio, furono venduti ad un Compro Oro di Varese. Tra questi, una collanina da cui Carmela Fabozzi non si separava mai.

Gabriele Lavagno da LuinoNotizie.it

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