Il Nazionale

Cronaca | 15 ottobre 2023, 13:48

Minori non accompagnati, situazione critica a San Desiderio. I residenti: “Pronti a una protesta pacifica”

“Dopo le 21.30 i ragazzi devono rientrare in struttura ma questa misura non viene rispettata e la cooperativa non segue questi ragazzi nella maniera adeguata”

Minori non accompagnati, situazione critica a San Desiderio. I residenti: “Pronti a una protesta pacifica”

Sta creando non poche preoccupazioni il centro per migranti, in particolare per minori stranieri non accompagnati, allestito ormai da un anno negli spazi dell’ex ostello di San Desiderio, in valle Sturla.

Venerdì scorso un gruppo di residenti del quartieri si è riunito sotto la struttura per denunciare i mancati controlli. 

“Ci siamo incontrati perché dopo tutte le promesse fatte da parte dell’assessore Rosso, sia a giugno che a settembre, non è cambiato nulla - racconta Stefano Villa del comitato cittadino - Avevamo chiesto la chiusura di uno dei due centri. Non siamo razzisti ma due centri per San Desiderio sono troppi. Soprattutto chiediamo che i minori siano seguiti nella maniera corretta. Purtroppo questo non accade.

L’altra sera eravamo lì per documentare che viene violata sistematicamente l’ordinanza del sindaco: dopo le 21.30 i ragazzi devono rientrare ma questa misura non viene rispettata. L’abbiamo sottolineato più volte.

Molti ragazzi prendono l’autobus e se ne vanno in centro. Poi rientrano con l’ultimo autobus disponibile che arriva da Brignole o, addirittura, rientrano l’indomani mattina.

I regolamenti vanno rispettati e la prima a non rispettare il regolamento è la cooperativa che non segue questi ragazzi nella maniera adeguata”.

Non ci sono controlli alla sera?

“C’è un signore, un dipende della cooperativa, che prova a tenerli dentro ma una persona sola non può contenere 10/15 persone che vogliono andarsene.

Noi abbiamo chiesto che alla sera ci fosse una pattuglia dei carabinieri ma non è possibile. Abbiamo chiesto la presenza di vigilanti sugli autobus ma anche questo non è possibile. Abbiamo ragazzine che spesso prendono l’autobus 85 o 86 che scendono a Bavari e fanno un tratto a piedi per non essere disturbate da certe persone. Sia chiaro, non sono tutti così, per fortuna, ma una parte di loro sì. 

Abbiamo raccolto oltre 250 firme che abbiamo consegnato al sindaco e al prefetto dove si chiedeva la chiusura di uno dei due centri e un controllo adeguato”.

I cittadini dunque esprimono preoccupazione per gli episodi di microcriminalità continui e hanno chiesto lo spostamento del centro. Non è escluso che ci possano essere proteste o manifestazioni.

Avete intenzione di organizzare una manifestazione di protesta?

“Se ci sarà questa manifestazione o passeggiata di protesta sarà senz’altro molto partecipata. Non vogliamo andare a manifestare sotto la struttura perché non vogliamo incendiare gli animi

L’altra sera, sotto alla struttura, ci hanno lanciato un sacco con delle bottiglie di vetro. Quando sono arrivate le forze dell’ordine hanno tirato bottiglie di plastica anche a loro. Parliamo di alcuni soggetti (ci tengo a precisare: non tutti) che sono incontrollabili.

Sarà una passeggiata pacifica per rallentare il traffico da Borgoratti a risalire, verso la valle”.

Nel frattempo si pensa al trasferimento di almeno la metà dei ragazzi in un altro centro ma, ad oggi, né il Municipio né il Comune si sbilanciano. Il presidente del Municipio Levante, Federico Bogliolo, spiega che sta lavorando a soluzioni alternative l’assessore comunale alla sicurezza Sergio Gambino anche se la gestione effettiva dell’accoglienza nel Comune di Genova è in mano all’assessore Lorenza Rosso.

Si sta pensando di portare via almeno la metà dei ragazzi, sarebbe una soluzione utile secondo lei?

“È una soluzione che eravamo disposti ad accettare. L’accordo, se non sbaglio, c’era già stato nell’incontro di giugno - continua Villa - Non possono essere concentrati a San Desiderio 40 minori seguiti malamente. Per collaborare con il Comune avevamo chiesto di spostarne una metà e che l’altra metà venisse seguita nella maniera corretta”.

Marco Garibaldi

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