Il Nazionale

Cronaca | 27 luglio 2023, 10:15

Così la banda dei sinti rubava nelle case: cinque arresti in operazione dei Carabinieri

Oltre 30 i furti in abitazione commessi tra le province di Cuneo, Asti e Alessandria attributi a un sodalizio criminale che aveva la propria base tra Magliano Alpi e Alba. Colpi in tutta la Granda, tre quelli commessi nel giro di pochi giorni nella sola Cherasco. In carcere i presunti autori materiali, per altri quattro disposti domiciliari e obbligo di dimora

Così la banda dei sinti rubava nelle case: cinque arresti in operazione dei Carabinieri

Associazione per delinquere finalizzata ai furti in abitazione è l'accusa nei confronti di nove soggetti nei confronti dei quali la Procura della Repubblica di Asti ha emesso altrettante ordinanze di custodia cautelare.

L'operazione è quella appena illustrata nel corso di un incontro tenuto presso il Comando provinciale dei Carabinieri di Cuneo, alla presenza del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Asti Biagio Mazzeo, del tenente colonnello Angelo Gerardi, comandante del Reparto Operativo dell'Arma Provinciale, e del capitano Matteo Ettore Grasso, a capo del Nucleo Investigativo di Cuneo.

Sono 32 ad oggi gli episodi attribuiti alla banda (su un'altra ventina, oggetto di una seconda ordinanza, si attendono le disposizioni del Gip), che aveva la propria base operativa a Magliano Alpi, luogo di residenza di diversi suoi componenti e della figura che si ritiene tenesse le fila di un'organizzazione che colpiva tra le province di Cuneo e Asti, spingendosi fino all'Alessandrino.

Tre i furti commessi nel giro di pochi giorni nella sola Cherasco, uno di particolare gravità, andato a segno l'8 dicembre 2022 e dal quale sono partite le indagini coordinate dalla Procura astigiana.

Altri, sempre in abitazioni lasciate temporaneamente incustodite dai proprietari, sono stati verificati in tutta la Granda: a Cavallermaggiore, Borgo San Dalmazzo, Dronero.

Tra i soggetti finiti nel mirino del Nucleo Investigativo dell'Arma dopo un'indagine durata sei mesi figura Cristiano Audisio, 43 anni, il "pater familias" (da qui il nome dato all'operazione), originario di Roma. Nella sua disponibilità sono state rinvenute 187 targhe false, due delle quali tedesche, ma anche un assortito armamentario di attrezzatura tra le quali lampeggianti e palette della Polizia, parrucche, ricetrasmittenti.

Con lui sono quattro le persone finite in carcere, tutti soggetti di nazionalità italiana ed etnia sinti – sono Luigi Misha Audisio, 23 anni, domiciliato a Carrù; Carlo Sacco, 42 anni, residente a Mondovì; Francesco Puliga, 22 anni, residente a Magliano Alpi; Federico Ferrua, 27 anni, residente a Vicoforte – ritenuti gli autori materiali dei furti.

Gli altri soggetti sono stati sottoposti a tre ordinanze di arresti domiciliari e a un obbligo di dimora per il ruolo collaterale che avrebbero avuto nell'organizzazione, incaricati di "bonifiche" e di altre operazioni propedeutiche alla commissione dei reati loro contestati. Sono un cittadino cubano (Vladimir Diaz Dias, 33 anni, senza fissa dimora) e altri tre italiani: Antonino Carnazza, 41 anni, residente a Mondovì; Devis De Colombi, 47 anni, domiciliato presso il campo nomadi di Alba e Noemi Cartello, 40 anni, anche lei domiciliata presso il "Pinot Gallizio" ad Alba.

Redazione

Commenti