DA STRASBURGO
Consigliere comunale, capogruppo, fino a poco tempo fa commissario cittadino di Forza Italia a Busto Arsizio. Ma nel curriculum politico di Orazio Tallarida c’è anche un ruolo meno “istituzionale” che testimonia però la stima, di più, l’affetto per il fondatore e leader indiscusso del partito, Silvio Berlusconi, scomparso lunedì mattina a 86 anni. Quello di presidente del circolo cittadino del Club Forza Silvio.
D’altra parte, lui stesso si è sempre definito un “berlusconiano” prima ancora che un forzista.
Il destino ha voluto che i funerali del Cavaliere si tengano mentre Tallarida è lontano da Milano, a Strasburgo, in visita al Parlamento Europeo con una delegazione del territorio. Un impegno che lo storico militante ha voluto confermare. Ma il pensiero e il discorso non possono che tornare spesso lì, al leader scomparso.
«Non è semplice trovare le parole in questo momento. È la fine di un’era? Sì, questo sì», dice a bordo dell’autobus diretto verso la capitale dell’Alsazia.
Non si contano gli impegni elettorali, i gazebo, i viaggi per l’Italia, le riunioni che lo hanno visto protagonista dal ’94 fino a oggi. Con quella storica bandiera firmata anche dal Cavaliere che ora non sventolerà più. Ammainata.
Diversi anche gli incontri con Berlusconi, in occasione di appuntamenti tenutisi da Milano a Roma. E ad Arcore, ovviamente.
«Chi non ha mai avuto modo di parlarci non può comprenderne fino in fondo il carisma e l’umiltà», assicura Tallarida.
Non c’è spazio per ombre o contraddizioni nei suoi ricordi. E suona quasi indelicato domandargli in questo momento se potrà esistere una Forza Italia senza Berlusconi. «Non sarà facile – ammette –. Lui era Forza Italia. Quando scendeva in campo in prima persona, faceva la differenza».
Eppure il partito dovrà cercare di proseguire il cammino senza la sua figura cardine. Ci sono un nuovo coordinatore regionale e un nuovo commissario provinciale. Anche Busto dovrà trovare il suo nuovo referente, dopo le dimissioni di Tallarida, nominato assistente di Lara Comi, tornata al Parlamento Europeo al posto proprio di Berlusconi.
E poi ci sono i giovani, a cui Tallarida si è sempre dedicato. «Sono orgoglioso di loro», dice, citando Federico Radice, esponente del coordinamento provinciale; Giada Martucci, coordinatrice del movimento giovanile; Marco Trentini e Matteo Mascheroni, rispettivamente nel dipartimento sicurezza e lavoro e agricoltura.
L’impegno non si ferma, insomma. Tallarida continuerà a viaggiare, con un nuovo ruolo. Ma d’ora in poi a seguirlo nei suoi spostamenti non ci sarà più la bandiera forzista del 1994 che lo ha accompagnato in tutti questi anni, fino all’ultima campagna elettorale, quella per le regionali dello scorso febbraio.
Lo storico vessillo, protagonista in passato anche di un servizio di Porta a Porta, è coperto dalle firme di diversi esponenti di spicco del partito. La prima non può che essere quella di Berlusconi, ma ci sono anche quelle di Tajani, Gasparri, Ronzulli, della compianta Jole Santelli, dei coordinatori regionali, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, e tanti altri.
«Ci sono anche le firme di chi oggi non è più nel partito, mentre io non ho mai tradito Forza Italia. E men che meno Berlusconi», rimarca Tallarida.
Ora, con la scomparsa del leader, la bandiera non sventolerà più in giro per l’Italia: «Ne farò un quadro. E non la firmerà più nessuno».
Comunque la si pensi, un simbolo di appartenenza e coerenza.
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