L'ex capitano Mauro Borghetti, uno dei più amati di sempre in biancorosso per quella sua indistruttibilità, l'attaccamento alla maglia e un'intelligenza tattica non comuni, sfiderà domenica quel pezzetto del suo cuore chiamato Varese con la sua "creatura": la Folgore Caratese.
Il calcio è anche questo: il mediano dal cuore d'oro, sempre in prima fila nell'incitare i compagni e il pubblico con 198 presenze in biancorosso dal 1995 al 2002 (quarto di sempre nella classifica dove al vertice c'è l'ex compagno e amico Edoardo Gorini), "sigillo" in campo e fuori di un'era di sogni e bel gioco culminata con quella serie B sfiorata nella fatal Cittadella, prima dell'inizio del declino e dell'era Turri, per salvare la sua Folgore - costruita con l'acume e l'oculatezza di un vero ds - dovrà pareggiare o battere il Varese nello spareggio playout per evitare la retrocessione in Eccellenza.
Cuore ed emozione devono lasciare il posto alla concretezza e alla razionalità, anche se non è facile lasciarsi alle spalle ricordi memorabili.
Mauro Borghetti, come vive questa sfida senza appello tra la sua Folgore e un pezzetto del suo cuore?
Sinceramente non è la prima volta che affronto il Varese in questa situazione. Nel 2004 affrontai il playout Novara-Varese per restare in serie B da dirigente del club piemontese: quella volta vinsero i biancorossi di Pavoletti, oggi il destino ci ha di nuovo "unito" per un'altra sfida salvezza. Domenica le emozioni le metterò da parte perché ho da lavorare sullo stato mentale dei miei ragazzi, visto che sanno benissimo che troveranno una squadra di esperienza, non dovranno lasciare spazio agli avversari e mettere in campo una partita perfetta. Sono sfide che vanno preparare molto bene sia sul piano fisico ma anche mentale: tutti dovranno dare il massimo sino alla fine.
Meritavate di essere salvi da tempo per il gioco e il coraggio mostrati: alcuni infortuni gravi hanno fatto un po' la differenza...
Certamente la mancanza di due uomini come Pinotti e Ripamonti, fermi da mesi, ha reso più complesso il nostro campionato. Abbiamo fatto 21 punti all'andata e 18 nel ritorno, magari con un poco di fortuna in più potevamo evitare di trovarci in questa situazione. Ma il calcio è questo e ci fa soffrire sino alla fine... fa parte delle regole del gioco. Ci è mancata un po' di concretezza, che è quella che domenica dobbiamo obbligatoriamente metterci.
Secondo la sua esperienza, cosa servirà domenica in una sfida secca?
Entrare in campo rendendoci conto che giochiamo con una società blasonata e con una storia calcistica importante. Serviranno consapevolezza e lucidità sin dal primo minuto, e poi motivazioni: dovremo lottare su ogni pallone e non lasciare il minimo spazio agli avversari.
Cosa prova nel vedere il Varese in questa situazione? E come se lo spiega?
Quando sono tornato al Franco Ossola e ho ritrovato gli spogliatoi praticamente identici a quando giocavo io, ho provato francamente un momento di tristezza. Varese ha una tradizione calcistica di tutto rispetto, e merita un grande salto di qualità. Oggi però gestite le società non è facile. Non basta avere i soldi: servono competenza, persone giuste nei propri ruoli, progettualità e investimenti che vadano oltre l'immediatezza dei risultati.
Non conosco i meccanismi interno societari ma per esperienza posso affermare che oggi le società calcistiche vanno gestite come aziende e nei ruoli dirigenziali ci vuole competenza e non improvvisazione. Come in un'azienda bisogna tracciare una linea di fattibilità per arrivare ad un obiettivo e percorrerla, anche se i risultati non ci sono subito. Varese ha fatto scuola anni addietro investendo sui giovani: deve fare come allora, con la competenza di persone volenterose, preparate e che si innamorano dei tifosi.
Ne conosce qualcuna?
Ci sono tante persone partite e cresciute al Franco Ossola che ritornerebbero volentieri in biancorosso, ma devono essere interpellate da chi vuole creare un progetto ambizioso, cioè capace di durare negli anni, creando le giuste opportunità e valorizzando i giovani che sono la linfa della società.
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