Il Nazionale

Cronaca | 11 maggio 2023, 21:08

Finì con l'auto fuori strada a Capolago, giovane a processo per guida in stato di ebbrezza

L'incidente avvenuto a Varese risale alla fine del mese di luglio del 2021. L'automobilista trovato con un tasso alcolemico di 1,65 si difende: «Alcool test alterato dai vapori della benzina dispersa sul luogo dell'impatto»

Finì con l'auto fuori strada a Capolago, giovane a processo per guida in stato di ebbrezza

L’etilometro azionato dalla Polizia locale poco dopo la mezzanotte, la sera del 29 luglio 2021 a Capolago, frazione di Varese, segnò un tasso alcolemico di 1,65. Circa mezz’ora prima una Ford con al volante un ventunenne era uscita di strada in via Tasso, finendo contro una recinzione e poi in un prato, dove il veicolo aveva preso fuoco. Ma il giovane alla guida, fortunatamente, era riuscito ad abbandonare l’abitacolo dal finestrino, evitando il peggio.

Una conseguenza per quel fatto ad ogni modo c’è stata, perché oggi il giovane deve rispondere di guida in stato di ebbrezza, in un processo in corso in tribunale a Varese.

Per il commissario della polizia locale che quella sera era intervenuto, il ragazzo era chiaramente sotto l’effetto dell’alcol. Lo ha ricordato oggi in aula lo stesso operante, sottolineando che l’etilometro impiegato era funzionante ed omologato, ed era stato revisionato circa un anno prima. Particolari necessari nell’ambito del dibattimento, considerando la tesi poi esposta dal tossicologo nominato dalla difesa del giovane, rappresentata dagli avvocati Gianluca Franchi e Giuseppina Calma.

Per l’esperto la dispersione di benzina sul luogo dell’incidente potrebbe aver alterato il risultato dell’etilometro, registrando non solo la presenza di alcol, ma anche quella dei vapori emessi dal carburante ed inalati dall’odierno imputato. Quel modello di etilometro, data la sensibilità ai fattori inquinanti, avrebbe richiesto una certificazione di qualità più recente, secondo la tesi difensiva. E inoltre quella sera lo stesso etilometro, ha aggiunto in aula il consulente di parte, aveva mandato segnali di difficoltà nell’acquisizione del valore. Difficoltà documentate dalle frasi contenute in calce nel referto: «Test non permesso» e «volume insufficiente».

Singolare per il tossicologo anche un altro dettaglio: le due rilevazioni, compiute ad alcuni minuti di distanza l’una dall’altra, diedero in entrambi i casi lo stesso identico esito. Dopo quel test il ragazzo, raggiunto sul posto dai genitori, rifiutò il ricovero in ospedale, e il dato elaborato dall’etilometro non fu confermato con un prelievo ematico.

Sulla ricostruzione del consulente ha espresso delle perplessità il pubblico ministero: non ci sono referti medici che attestino una intossicazione del ragazzo, che quella sera aveva lasciato l’auto prima che venisse avvolta dalle fiamme, e dunque potrebbe non aver respirato i vapori della benzina. Tutti aspetti che torneranno sicuramente in primo piano durante la discussione, fase del processo che precede il verdetto del giudice.

Da Luinonotizie.it

Commenti