Un applauso dopo il taglio del nastro che, mai come questa volta, sa anche di sollievo. L'ex Moi inaugura la sua nuova vita, dopo oltre un decennio di degrado e allarme sociale.
Sette palazzine, molte delle quali occupate nel 2013 (dopo lo sgombero della caserma di via Asti) e poi sgomberate. Sotto il marchio Camplus ora ci sono 400 posti letto per gli studenti, ma anche giovani lavoratori. Il costo complessivo è stato di 18 milioni, sostenuto dalle maggiori fondazioni bancarie, Fondo Abitare Sostenibile Piemonte (FASP), gestito da Investire SGR (Gruppo Banca Finnat) con la partecipazione del Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da CDP Real Asset SGR (Gruppo Cassa Depositi e Prestiti).
La frecciata a 5 cerchi
"Insieme all'inaugurazione della passerella dal Grattacialo alla stazione Lingotto, anche questa inaugurazione rappresenta un passo avanti verso la riqualificazione di un'area importante di Torino - dice il governatore del Piemonte, Alberto Cirio - e abbiamo anche risolto un problema di legalità. Vi sono città più olimpiche di noi che fanno dormire gli studenti in tenda, mentre noi offriamo loro posti all'avanguardia. Un'attenzione particolare che anche come Regione affermiamo con sempre più borse di studio".
Torino città universitaria
"Abbiamo portato avanti questo progetto in maniera sinergica, tra pubblico e privato. Sono stati tanti gli attori protagonisti, ma soprattutto e importante rinforzare la vocazione di Torino città universitaria. Rendere gli studi accessibili a tutti è una questione di civiltà, ma anche di competitività del territorio".
"Un modello da ripetere anche con il Pnrr"
Tra i tanti operatori che hanno contribuito, un ruolo fondamentale lo ha interpretato Compagnia di San Paolo: "Abbiamo messo in atto un modello di collaborazione che può rivelarsi utile anche per la gestione dei fondi del Pnrr. I titoli vanno tradotti in cantieri che si concludono nei tempi dovuti. Altrimenti è tutto aleatorio", ammonisce il presidente della Fondazione, Francesco Profumo.
"Qui c'erano 1.300 persone in condizioni di vita impossibili e abbiamo spostato circa 800 persone con quel metodo che abbiamo definito dolce - prosegue - senza metterli in mezzo a una strada, ma trovando una casa e attivando un percorso si formazione per 750 di loro".
Un metodo "dolce" modello in Italia
Un metodo rivendicato sui social anche dalla ex sindaca, oggi parlamentare, Chiara Appendino: "Mi sono emozionata spiegando a Sara e Andrea (i figli, ndr) come abbiamo riqualificato l'ex Villaggio Olimpico di Torino: da 1.200 persone ammassate nella più grande occupazione abusiva d'Europa a un quartiere che risorge con un social housing di 157 alloggi nuovi per studenti e lavoratori e nuove attività nei dintorni che aprono. E il metodo "dolce" messo in campo, nel frattempo, è diventato un vero e proprio modello utilizzato per risolvere casi analoghi in tutta Italia".
Decisamente più polemico il capogruppo M5s in Comune, Andrea Russi: "È curioso che chi ha la responsabilità politica del disastro dell'ex Moi oggi sia qui per tagliare il nastro delle nuove palazzine, grazie a un progetto gestito completamente dalla giunta precedente e lo faccia senza nemmeno citarla. Ma noi siamo comunque felici di aver risolto un problema e aver restituito ai torinesi un quartiere rigenerato con quello che è diventato addirittura un modello nazionale".
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