Il Nazionale

Cronaca | 27 aprile 2023, 13:02

Arrestato a Genova il boss della 'ndrangheta Pasquale Bonavota: tra Moncalieri e Carmagnola i suoi 'interessi' nel Torinese

L'uomo era tra i latitanti di massima pericolosità

Arrestato a Genova il boss della 'ndrangheta Pasquale Bonavota: tra Moncalieri e Carmagnola i suoi 'interessi' nel Torinese

E' stato arrestato questa mattina a Genova Pasquale Bonavota, 49 anni, ricercato inserito nell'elenco dei latitanti di massima pericolosità del "programma speciale di ricerca" del ministero dell'Interno.

L'uomo era destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell'ambito dell'indagine Rinascita - Scott del Ros, dal Tribunale di Catanzaro perché ritenuto responsabile di associazione mafiosa con il ruolo di promotore della cosca Bonavota rientrante nella locale di 'Ndrangheta di Sant'Onofrio, a Vibo Valentia.

Era a passeggio in piazza San Lorenzo, nel cuore del centro storico di Genova, il super boss della 'ndrangheta Pasquale Bonavota. Il 'boss bambino', come è stato soprannominato perché a 16 anni già girava con una pistola in tasca, quando è stato fermato dai carabinieri a quello che all'apparenza gli sarà sembrato un normale controllo ha esibito un documento falso, contando di farla franca. Non è chiaro se vivesse o meno nel capoluogo ligure.

Bonavota era l’unico rimasto in stato di latitanza a seguito dell’esecuzione dell’operazione Rinascita-Scott che, il 19 dicembre 2019, ha portato all’arresto di 334 soggetti ritenuti appartenenti alle strutture di ‘ndrangheta della provincia vibonese. Le indagini sono state dirette dalla procura della repubblica – direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, guidata da Nicola Gratteri.

Bonavota era noto anche come boss bambino perché già a 16 anni, per fronteggiare la faida che stava duramente colpendo la sua famiglia, girava armato di pistola proclamando vendette contro i rivali.

Gli interessi del boss si erano concentrati in Piemonte, tra Moncalieri e Carmagola, dove, tra il 2015 e il 2016, Bonavota era stato assunto fittiziamente in una ditta della provincia di Torino, intestata a sua volta a un prestanome delle cosche.

Nel comune alle porte di Torino, dove ci sono infiltrazioni delle famiglie vibonesi colpite da operazioni della DDA di Torino, i Bonavota avevano aperto un bar.

redazione

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