Alfa Teatro, addio. Ieri la Compagnia Marionette Grilli ha definitivamente lasciato la sua sede storica di via Casalborgone, ai piedi della collina torinese.
Con la rimozione delle insegne arancioni, se ne va un pezzo storico di Torino: la sala che per decenni ha ospitato spettacoli di operetta e, negli ultimi anni, le marionette di "Gianduja" Marco Grilli.
La Compagnia lascia dunque dopo 33 anni, ma non sparirà. Se il destino della sala teatrale è infatti ancora sconosciuto - i muri sono di proprietà della vicina parrocchia Nostra Signora del Santissimo Sacramento, quella che ha "sfrattato" Grilli pare per questioni economiche -, lo stesso non si può dire di quello delle Marionette. Lo stesso Marco Grilli annuncia infatti un nuovo progetto culturale che prenderà il nome di "CASA GIANDUJA".
"Uno spazio teatro, museo e laboratorio dedicato esclusivamente alle marionette, ai burattini e al teatro di figure. Uno spazio inclusivo volto a sostenere la cultura per bambini e famiglie coinvolgendo il territorio in attività ricreative e culturali".
"Non posso rivelarvi ufficialmente dove nascerà Casa Gianduja", spiega Grilli, "ma vi rivelo un indizio: sarà dietro il Museo dell'Automobile". Si parla di un ex circolo in via Pettinati. Si resterebbe dunque nel perimetro della Circoscrizione 8, ma passando sull'altra sponda del Po, nel quartiere di Nizza Millefonti.
In attesa di ricevere le chiavi dalla Città di Torino per dare inizio ai lavori di ristrutturazione, la Compagnia di Grilli sarà ospitata per un anno all'interno del Grinto Urban Village in corso Trieste 94, a Moncalieri. "Lì organizzeremo eventi e spettacoli a partire da domenica 11 giugno con la rassegna 'Giorni di Festa Estate'".
Già la prossima domenica, in realtà, GrenTo ospiterà un evento per famiglie: dalle 15.30 alle 19.30, il 23 aprile, ci sarà l'Happy Day (a ingresso libero) a cura delle associazioni di Moncalieri.
"Salutiamo quindi il teatro per un po' - conclude Grilli, in un post su Facebook - e diamo inizio a un nuovo inizio tutto da scoprire. A presto vederci, ciao". Sotto il messaggio, i commenti degli spettatori, quelli che frequentavano spesso l'Alfa Teatro e quelli che ci sono andati occasionalmente. Si leggono frasi come "Quanto volte siamo venuti, ci mancherà", oppure "Se ne va un pezzo di Torino", "Che tristezza" e "che peccato". Tutti sintomo di un sentimento di affetto e legame con una bella realtà che abbandona il quartiere.
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