Tre anni e quattro mesi di reclusione. Questa la richiesta che il pubblico ministero presso il Tribunale di Bari Domenico Minardi ha avanzato nei confronti del 31enne Y. M., operaio di nazionalità albanese residente a Montà d’Alba, a giudizio di fronte ai giudici pugliesi per attività con finalità di terrorismo internazionale e apologia del terrorismo nell’ambito di un’indagine (leggi qui).
Nel corso dell’udienza tenuta nei giorni scorsi il sostituto procuratore ha spiegato come dalle risultanze dell’indagine condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari tra il maggio e il luglio 2020 gli imputati (con Y. M. è a giudizio un secondo soggetto, per il quale lo stesso Pm ha chiesto una pena appena inferiore, tre anni e un mese, mentre una terza persona aveva chiesto il rito ordinario) avessero consapevolezza che le somme da loro raccolte ed erogate avessero come fine quello di prestare un consapevole sostegno alle attività per le quali operava il loro destinatario, il noto imam albanese Genci Abdurrahim Balla, arrestato nel 2014, condannato a una pena di 17 anni e da tempo recluso in carcere in Albania in quanto ritenuto vicino all’Isis, organizzazione per la quale avrebbe reclutato e inviato decine di combattenti in Siria.
Il processo ha subito quindi un rinvio al 12 giugno per l’intervento delle difese.
"Il nostro assistito – spiega l’avvocato albese Roberto Ponzio, che patrocina l’operaio roerino insieme al collega pugliese Salvatore Tommasino – ha da sempre sostenuto trattarsi di denaro raccolto ed erogato per mere finalità umanitarie e solidaristiche. La modesta portata dell’elargizione dovrebbe peraltro escludere l’eventualità di finanziamenti con finalità terroristiche".
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