Carlo Calenda guarda con interesse al rinnovo del Pd, che da oggi ha un nuovo segretario, Elly Schlein. Il leader di Azione, a Torino, dopo essersi complimentato con la prima donna alla guida del Partito Democratico, ha sentenziato: "Ora si apre un grande spazio riformista, il Pd com’era stato concepito non c’è più. C’è uno spazio per gli elettori, per chi vuole affrontare le cose in modo pragmatico e non ideologico. E’ il tratto che manca all’Italia".
Calenda: "Schlein distante da noi"
Notevole, secondo Calenda, la differenza tra il Terzo Polo e la visione presentata dalla neo segretaria dem: "Schlein ha vinto grazie a un processo del tutto democratico: iscritti e non hanno scelto, ma hanno scelto un’identità precisa, che è molto distante dalla nostra".
Il leader di Azione: "Pronti ad accogliere elettori Pd"
Facile quindi immaginare il passaggio di molti esponenti democratici, magari meno radicali e più vicini a Bonaccini, al Terzo Polo? Il leader di Azione, al momento, ha preferito smentire: "Siamo pronti ad accogliere gli elettori del Pd, non ho avuto contatti con personalità del Partito Democratico che oggi mi pare abbiano manifestato l’intenzione di rimanere dentro, cosa che rispetto". Calenda ha quindi riportato al centro del dibattito i temi: "Noi abbiamo il disperato bisogno di avere una forza non centrista, ma che dica se i termovalorizzatori servono o no, se i rigassificatori li dobbiamo avere o meno, se il reddito di cittadinanza serve o no. Sui temi si deve ritrovare l’elettorato riformista, liberale e popolare".
Futuro incerto: alleanza o no?
Se oggi le posizioni con il "nuovo Pd" sembrano quindi distanti, quasi in antitesi, il futuro è ancora tutto da scrivere e potrebbe riservare risvolti inaspettati? "Alleanza con Schlein? Nella vita non si esclude nulla. E’ chiaro che siamo in posizioni differenti, ma le prossime elezioni sono quelle Europee e andremo separati. Da qui alle Europee però passa un secolo, cambia tutto". "Su temi specifici, per esempio il salario minimo che sosteniamo dal 2018, siamo prontissimi a collaborare. Lo stesso vale per la sanità, che per noi è una priorità da prima del Covid, siamo disponibili. Ma sono singole cose, perché la linea della Schlein è una linea molto, molto diversa dalla nostra" ha concluso il leader di Azione.
Casini a Torino
E poco prima dell'incontro con Carlo Calenda, Pier Ferdinando Casini ha presentato alle Ogr il suo libro "C'era una volta la politica. Parla l'ultimo democristiano". Sotto le volte delle Officine Grandi Riparazioni - oltre al presidente della Regione Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo, che erano tra i protagonisti dell'incontro - c'erano moltissimi esponenti dell'ex DC ed ex Margherita, così come di Italia Viva e Azione. Da Davide Gariglio, a Mauro Marino, a Silvia Fregolent, a Giorgio Merlo, Osvaldo Napoli e Giampiero Leo. Accanto a loro esponenti del mondo economico, come il Presidente dell'Unione Industriali di Torino Giorgio Marsjai e il Presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay.
Dopo le elezioni di Elly Schlein, si parla di una possibile alleanza M5S-Pd per le prossime elezioni regionali, così come di uno spostamento dei dem verso la sinistra più movimentista. E al contempo molti ipotizzino una nuova Segretaria Nazionale più lontana dal centro, e quindi da una possibile alleanza con i partiti che qui si situano, come Italia Viva e Azione. "Vedranno loro - ha commentato Casini - che sono i protagonisti della politica, io non lo sono più e lascio a loro la risposta. Io dico una cosa sola sulle Primarie: quando più di un milione di persone si mobilita, in una giornata funestata dalla pioggia e da condizioni climatiche pessime e va a votare in un momento di crisi della politica, è una risposta importante e di grande rilevanza". E sulla vittoria di Schlein ha poi aggiunto: "Nell'ambito del Pd mi sembra che abbiano scelto una netta discontinuità: saranno i fatti a dimostrare se la scelta è giusta o sbagliata".
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