Il Nazionale

Cronaca | 22 febbraio 2023, 07:17

Accusato dalla figlia di abusi sessuali: finisce in carcere e dopo due anni l'archiviazione, il drammatico caso di un 36enne

Un'accusa infamante, quella di aver abusato della propria figlia; un reato considerato esecrabile ed una vicenda che, per il suo epilogo, ha dell'incredibile

Accusato dalla figlia di abusi sessuali: finisce in carcere e dopo due anni l'archiviazione, il drammatico caso di un 36enne

Un'accusa infamante, quella di aver abusato della propria figlia; un reato considerato esecrabile ed una vicenda che, per il suo epilogo, ha dell'incredibile. 

In estrema sintesi: un uomo finisce in carcere e deve attendere due anni prima di vedere la sua vicenda archiviata. Una disavventura giudiziaria causata dalle accuse della figlia adolescente, nata da una relazione finita dopo 12 anni di matrimonio. E, in attesa della verità oggettiva, l'iter giudiziario lo ha fatto letteralmente a pezzi. Moralmente ed economicamente.

Come si può finire in cella, poi ai domiciliari e alla fine vedere il caso chiuso con un'archiviazione? "Non luogo a procedere perché il fatto non sussiste", scrive il Tribunale di Genova nella sentenza passata in giudicato, poche settimane fa, che porta la firma del Gup, Angela Maria Nutini.

Duro il commento del legale dell'indagato. Il penalista, Emanuele Canepa parla pesando le parole ma il concetto che si presenta a chi ascolta è, comunque, spaventoso.

"Si è voluto credere al mostro, nonostante le perizie genetiche non abbiamo dato alcun riscontro. - dice Canepa - Nonostante quest'uomo soffra di una malattia rarissima che obbliga il suo partner sessuale a usare medicinali per non rischiare di ammalarsi di candidosi. Nonostante le dichiarazioni della ragazza facessero intendere quello che con tutta evidenza è emerso nella seconda perizia cioè un'alterazione della percezione della realtà confondendo l'onirico con il realeNonostante non sia stata trovata traccia di violenza o di qualsivoglia impronta genetica sulla presunta vittima. Gli elementi presenti imponevano di riflettere. Oltre a quanto fatto con le perizie psichiatriche ci sono state altre denunce da parte della ragazzina nei confronti del patrigno, del nonno e di un amico di qualche anno più grande. Sono state anche queste ulteriori accuse che hanno dato l'impulso finale per far cambiare atteggiamento alla Procura per molto tempo, purtroppo, chiusa al contradditorio con la difesa. Ora, speriamo che la ragazza venga adeguatamente seguita e curata per evitare che ci siano altre vittime delle sue patologie ed altre vite distrutte".

Intanto la vita del trentaseienne, in due anni, è stata fatta a pezzi sotto la lente della giustizia e con la sospensione dal lavoro.

"Sono stato abbandonato dagli amici. - racconta la vittima di questa vicenda che, fortunatamente, ha avuto la famiglia e la nuova compagna dalla propria parte - Ho vissuto un incubo: prima il carcere poi gli arresti domiciliari per oltre cinque mesi. Non avevo fatto nulla e nonostante ciò non é stato per niente facile farlo capire. Ho pianto quando il mio avvocato mi ha detto che la vicenda era stata archiviata".  

L'uomo, da qualche mese, è potuto tornare a lavorare, nel settore edile, ed ha ripreso a versare i soldi per il mantenimento della figlia-accusatrice, come da tempo era stato deciso dal tribunale civile dopo la separazione dalla moglie. Un padre che non dimentica i suoi doveri nonostante l'Inferno nel quale era stato scaraventato con i racconti fatti dalla figlia.

Massimiliano Bordoni

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