Un'assoluzione e una condanna. Così la Corte d'Appello di Genova ha deciso questa sera pronunciandosi sul processo che vedeva imputati i fratelli Simone e Alessio Scalamandrè, accusati di aver ucciso il padre Pasquale, 62 anni, al termine di una lite nell'abitazione dei due ragazzi nel quartiere di San Biagio a Genova.
In primo grado entrambi i fratelli erano stati condannati, Simone a 14 anni e Alessio a 21, la condanna per quest'ultimo è stata confermata, mentre per Simone è arrivata l'assoluzione per non aver commesso il fatto.
“Siamo parzialmente soddisfatti per l'assoluzione di Simone – ha commentato a La Voce di Genova il difensore dei fratelli, Luca Rinaldi – per quanto riguarda Alessio, rispettiamo la condanna, ma riproporremo con maggiore determinazione il ricorso in Cassasione".
Rinaldi, insieme ai colleghi Andrea Guido e Nadia Calafato, aveva presentato ricorso portando all'attenzione dei giudici la questione di legittimità costituzionale dell’attuale norma che regola il concorso tra circostanze dell’omicidio.
I giudici si sono presi sessanta giorni per le motivazioni.
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