«Sono fiero di ricevere la prima Fiamma Panathlon Sergio Allegrini, so cosa significhi per voi, è importante per voi e diventa importantissimo per me». Beppe Saronni parla così a Giovanni Castiglioni, presidente del Panathlon club La Malpensa: ha collezionato riconoscimenti che tutti conosciamo, da quel mondiale con "fucilata", eppure la gioia di stringere la targa dedicata a quest'uomo che prediligeva il fare al parlare - e il fare era sempre per gli altri - traspare dal suo volto.
A Villa Renoir di Cerro Maggiore, teatro della consegna del nuovo premio - LEGGI QUI - , si respira tutta l'emozione, quella vera, che spinge a rendere omaggio a una figura come Sergio Allegrini nel modo migliore, ovvero costruendo il futuro. Ciò che fa ogni giorno anche Beppe Saronni, campione storico sì, ma in prima fila per compiere azioni solidali. Una fila netta, eppure nascosta, com'è nel suo stile. Com'era nello stile di Sergio.
Del resto, Beppe è di Parabiago, considera la Coppa Bernocchi "di casa", anche se è riuscito ad affermarsi quando aveva come traguardo Lonate Ceppino. E anche qui, il Varesotto nel suo cuore, la «palestra» che forgia per il mondiale, allora un plauso alla Tre Valli e poi alla Coppa Agostoni. Stasera siamo a Cerro, che confina con Legnano, la città di Sergio. Ma anche di Pino Pagani, volto storico dell'Us Legnanese.
È importante, stasera e avanti ancora, «ricordare Sergio - dice il presidente Castiglioni, parlando alla moglie di Allegrini, Franca, e al figlio Andrea - far sì che il solco da lui tracciato non solo nel club ma in tutto l'universo del Panathlon continui».
Saronni ribadisce «l'impegno a utilizzare gli eventi per beneficenza, questo è il risultato migliore dopo tanti anni di vittorie».
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Saronni parla del suo libro con il giornalista Sergio Gianoli, si rivive il Mondiale di 40 anni fa, il rapporto con Francesco Moser naturalmente, ma anche tutto un universo in cui il campione coltiva un sogno: che ci sia adeguato riconoscimento a tutti gli atleti determinanti nel conquistare traguardi per cui furono premiate poi le stelle.
Una condivisione che già si cerca di mettere in pratica, ha ricordato il presidente della Fci Cordiano Dagnoni: come pure le medaglie che sono triplicate in questi anni - 128 nell'ultima stagione - raccontano uno sforzo per il ciclismo a partire dai giovani, nonostante tutte le difficoltà. Con le donne protagoniste determinate.
Riportare un maggiore numero di giovani a praticare ciclismo, è proprio l'auspicio di Beppe Saronni. Che poi rammenta episodi di come quando batté agevolmente Felice Gimondi in pista, senza rendersi conto che stava mancando di rispetto - gli assicurarono i compagni, sdegnati - «tanto che poi ho dovuto chiedergli scusa». Episodi che, accanto ai sacrifici narrati dal campione - impegnato nella fase dilettantistica a coniugare lavoro dal panettiere, studio e bicicletta - riportano a un mondo apparentemente scomparso.
Eppure quei valori sono qui, chiedono solo di essere messi in luce. Tutti coloro che intervengono, lo sottolineano. Alla serata, rappresentano le amministrazioni di Busto Arsizio e Legnano rispettivamente la presidente del consiglio comunale Laura Rogora e l'assessore Monica Berna Nasca. C'è il presidente del Distretto Italia Giorgio Costa; manda un video il governatore Attilio Belloli sottolineando che «premio e premiato rendono pienamente merito a un gigante come Sergio».
Il ciclismo è un filo che avvolge i soci del Panathlon club La Malpensa, come la gratitudine a Sergio Allegrini. Si susseguono gli interventi, quelli conclusivi di Claudio Grillo e di Sergio Fabrizi.
Via via, bisogna già pensare alla prossima tappa, direbbe forse Sergio Allegrini per stemperare l'emozione e perché lui guardava avanti sempre. Nel cinquantesimo del club la prossima data è un'altra iniezione di energia: il premio Carlo Speroni, il 23 novembre.
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