Più si avvicina il giorno del probabile incarico a Giorgia Meloni di formare il governo più la pallina del toto ministri gira vorticosamente.
Col passare dei giorni, tra rifiuti, veti e conventio ad excludendum, il varo dell’esecutivo si sta rivelando operazione meno agevole di quanto il risultato elettorale avesse fatto supporre.
Nulla di nuovo sotto il sole. È sempre stato così e sempre lo sarà.
Fra i partiti della coalizione non mancano le frizioni sia per quanto riguarda le cariche istituzionali – Presidenza di Camera e Senato – sia per i posti di governo.
Il vituperato manuale Cencelli sarà anche questa volta, nonostante tutti lo smentiscano, l’inevitabile bilancino per trovare equilibrio tra le forze politiche di centrodestra e all’interno degli stessi partiti.
La situazione più complessa riguarda la Lega dove – come abbiamo scritto – sono in due ad ambire alla Presidenza delle Camere, Riccardo Molinari (Montecitorio) e Roberto Calderoli (Palazzo Madama).
Se –come pare – o la seconda o la terza carica dello Stato andrà alla Lega, Forza Italia dovrebbe avere un ministero in più: cinque contro quattro (la Presidenza di uno dei rami del Parlamento viene considerato più importante di un dicastero).
Sfumato il ritorno di Matteo Salvini, è praticamente certo che al Viminale andrà un tecnico di area-Lega, Matteo Piantedosi, prefetto di Roma ed ex capo di gabinetto quando Salvini era agli Interni nel 2018-2019 con il Conte I.
Per Salvini, stando alle indiscrezioni che filtrano da Roma, dovrebbe essere pronto il dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, oltre al ruolo di vicepremier. Ruolo che fino a qualche giorno fa sembrava appannaggio di Edoardo Rixi.
E poi c’è l’eterno Giancarlo Giorgetti, ministro uscente, che il premier in pectore vorrebbe al Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze), ma i desiderata di Meloni si scontrano con quelli di Salvini, che, pare, non vedere di buon occhio l’eventualità.
Un altro dicastero leghista è quello delle Politiche Agricole dove si prospetta un ritorno di Gian Marco Centinaio.
Salvini lo vuole, ma Giorgia Meloni preferirebbe evitare ritorni in Ministeri già occupati in precedenza.
In questo bailamme ecco spuntare in corsa – nel vortice del totoministri – anche il nome del senatore leghista di Cuneo Giorgio Maria Bergesio, che, in queste ore, viene rilanciato da alcune agenzie di stampa.
Funzionario della Veronesi, Bergesio, eletto nel collegio senatoriale uninominale del Piemonte 2, territorio a forte vocazione agricola, è sponsorizzato da potenti lobbie del comparto.
Il suo eventuale, possibile incarico ministeriale – o, in subordine, di sottosegretario - è tuttavia legato ad un delicato gioco ad incastri che riguardano gli equilibri tra i partiti della maggioranza di centrodestra, ma non di meno alle complesse dinamiche interne della Lega.
Politica | 11 ottobre 2022, 14:26
Spunta il nome di Giorgio Maria Bergesio per il Ministero dell’Agricoltura
Alcune agenzie di stampa rilanciano in queste ore – in cui impazza il totoministri – anche il nome del senatore cuneese. Il suo eventuale ruolo di governo è tuttavia legato ad un delicato gioco ad incastri e alle complesse dinamiche interne alla Lega
In Breve
lunedì 07 aprile
sabato 05 aprile
venerdì 04 aprile
Commenti