Il Nazionale

Cronaca | 29 luglio 2022, 09:46

Usura, estorsione e minacce a un imprenditore: in carcere tre italiani

La vittima dal 2018 aveva corrispoto 650 mila euro. L'indagine della Polizia di Torino con la collaborazione delle Questure di Palermo, Catania e Vercelli

Usura, estorsione e minacce a un imprenditore: in carcere tre italiani

La Polizia di Stato di Torino, con la collaborazione delle Questure di Palermo, Catania e Vercelli ha emesso tre custodie cautelari in carcere a carico di altrettanti cittadini italiani, gravemente indiziati dei reati di usura ed estorsione aggravate dal vincolo della continuazione, commessi dal 2018 fino al mese di giugno di quest’anno.

L’articolata indagine, condotta dalla Squadra Mobile, ha preso avvio a seguito della raccolta delle dichiarazioni di un imprenditore, il quale ha denunciato di essere vittima di usura ed estorsione di due soggetti, entrambi gravati da plurime condanne per reati contro il patrimonio e in materia di armi.

Sollecitato dai propri familiari a sporgere denuncia, la vittima nel maggio 2018, aveva preso in prestito ingenti somme di denaro a più riprese, ad entrambi gli usurai, per far fronte ai debiti insorti a seguito del fallimento di alcune sue società.

Il capitale così ottenuto, ammontante complessivamente a circa 170.000 (centosettantamila) euro, dava luogo alla pretesa degli usurai di somme mensili pari al 10% del capitale prestato, a mero titolo di interessi. L'uomo vittima dell'estorsione ha così corrisposto, nel tempo, sempre a mero titolo di interessi, una somma pari a circa 650 mila euro.

 

La vittima, a decorrere dal mese di maggio 2022, non essendo più in grado di corrispondere le somme pretese dagli usurai, ha interrotto i pagamenti e ha denunciato i fatti. 

 

L'indagine ha evidenziato che uno dei due usurai, insieme a un terzo individuo, minacciava la vittima e i componenti della sua famiglia, qualora egli non avesse ripreso a pagare regolarmente il dovuto.

 

I tre indagati sono stati rintracciati rispettivamente a Torino, Palermo e Catania. Uno di essi era in possesso di un’arma comune da sparo e munizioni, risultata provento di un furto in abitazione perpetrato nella provincia di Pavia nel 2012;  è stato per cui tratto in arresto, in flagranza di reato, nonché indagato per la ricettazione dell’arma.

 

Insieme all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi, sono state fatte perquisizioni delle abitazioni e dei luoghi nella disponibilità degli indagati, che hanno condotto al ritrovamento di materiale e di documentazione utile ai fini investigativi.

 

Il procedimento penale versa nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiva.


redazione

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