A un anno di distanza da un incidente stradale mortale ai danni di un pedone ed il rinvio a giudizio di sei dipendenti comunali, nessun risarcimento è stato proposto alla famiglia della vittima. Anzi nemmeno un contatto fra l'amministrazione e la vedova, rimasta sola con una bimba di quattro anni.
Questa volta non è colpa della macchina della Giustizia che, in buona sostanza, a sedici mesi circa dalla tragedia ha fissato il giudizio che prenderà il via con un'udienza filtro, a dicembre, presieduta dal giudice Massimo Deplano.
Sulla strada - di proprietà comunale - messa sotto sequestro dopo l'incidente, ed ancora off limits, è stato messo un limite di velocità molto basso ed un cartello multilingue che mette in allerta i pedoni poiché la strada pedonale finisce in una curva pericolosa dove non c'è nemmeno un marciapiede.
La storia arriva da Rapallo, dopo essere approdata in udienza preliminare presso il tribunale di Genova con il rinvio a giudizio di sei professionisti - cinque uomini e una donna - chiesto dal pubblico ministero. Un turista 42enne di origine belga, il 29 luglio del 2021, viene travolto da una moto mentre sta scendendo verso il centro cittadino. L'uomo inbocca una crosa pedonale al termine della quale, a sua insaputa, si ritrova in mezzo ad una curva sull'Aurelia (Ss1) e viene centrato da una moto di grossa cilindrata. In buona sostanza questa la dinamica dello scontro ed il 9 agosto Stefaan Christian Vandelanotte, muore in ospedale a causa delle gravi ferite riportate.
Il legale, Emanuele Canepa, avvocato penalista che rappresenta i familiari della vittima è sconcertato per la scelta dell'amministrazione comunale "che non formula le condoglianze ai familiari di un turista morto, che non offre neppure un ristoro per le spese funebri e, men che meno, un contatto per proporre un risarcimento ad un anno circa dell'accaduto e dopo un iter giudiziario avviato".
I sei, responsabili e dirigenti comunali, saranno sotto processo per non aver messo in sicurezza la strada dove si è consumato il tragico incidente. Nello specifico gli imputati, secondo quanto sostiene l'accusa, "avrebbero omesso di verificare lo stato dei luoghi e conseguentemente di segnalare la pericolosità della curva e la possibile presenza di pedoni in transito, predisponendo adeguata segnalazione orizzontale e verticale e, comunque, adottando qualsiasi accorgimento per impedire l'attraversamento di pedoni in una curva priva di visibilità sia per i conducenti dei veicoli sia per i pedoni stessi".
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