Il modello delle riunioni a invito, lanciato dall’assessore all’Urbanistica Fabiano Vodini e avvallato dal sindaco Luca Salvai, solleva le proteste di una fetta della minoranza. Oggi il leghista Fioravanti Mongiello ha tenuto una conferenza sul tema, precisando come “questa posizione è condivisa da Pino Berti di Berti sindaco, Giuseppe Manganiello di Fdi e Luca Barbero del Pd”.
La questione sembra tecnica, ma ha dei risvolti pratici. Mongiello ha portato l’esempio della riunione del 20 giugno sulla conversione in commerciale di una parte del ‘Pipistrello’: “Si è tenuto un incontro su invito, non aperto alla cittadinanza e senza verbali che testimoniano i contenuti della discussione. Poi il 5 luglio la Giunta ha deciso di approvare il protocollo d’intesa, senza che ci sia stato un momento di discussione ufficiale”.
Il sindaco Salvai ribadisce la bontà dell’iniziativa di Vodini: “Noi siamo aperti al dialogo e alla partecipazione, ma non ha senso caricare il Comune di costi per i gettoni di presenza dei consiglieri e gravare sul lavoro degli uffici, quando si può evitare – ribatte il primo cittadino –. Ci sono molte questioni su cui discutere, senza che ci sia l’urgenza di deliberare in Consiglio comunale, quindi si possono fare riunioni che siano più snelle, ma permettano comunque di confrontarsi”. Salvai, però, rimanda l’ultima parola ai consiglieri comunali, che secondo Mongiello rischiano di non essere valorizzati da questo modello: “Discutere solo quando c’è già una delibera da portare in approvazione, riduce i consiglieri a passacarte e mostra un atteggiamento di chiusura della maggioranza. Speriamo di non doverlo fare, ma se nulla cambierà saremo noi consiglieri di minoranza a convocare le commissioni, come permette il regolamento”.
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