“Il presunto stupro non è avvenuto all'interno della piscina della città di Cuneo”. A dichiararlo è Gianluca Albonico, presidente Csr Granda. L'impianto natatorio del capoluogo è stato infatti subissato di telefonate dopo l'articolo comparso sul quotidiano “La Stampa” domenica 10 luglio.
I fatti sarebbero accaduti circa un mese fa in "un grande impianto acquatico", secondo quanto riporta la giornalista Barbara Morra, che ha raccolto la testimonianza di una mamma, due ragazze di appena 15 anni sarebbero state violentate da un gruppo di giovani “tutti tatuati” dentro le toilette.
Le indagini sono in corso da parte dei carabinieri del comando provinciale, coordinate dalla Procura della Repubblica di Cuneo che ha aperto un fascicolo per “violenza sessuale". Bocche cucite dalla Procura: "Ci stiamo lavorando da un po', stiamo verificando se i presunti aggressori siano o meno minorenni. Ci stiamo arrivando", ha dichiarato il procuratore capo Onelio Dodero.
Le due giovani avevano trascorso la giornata con alcuni amici. Rimaste da sole, sarebbero state avvicinate da un gruppo di ragazzi che non conoscevano. Prima le avance un po' troppo insistenti, poi strappano di mano i cellulari e prendono anche gli occhiali da vista di una delle due.
Per riavere i preziosi oggetti le spingono a seguirle nei bagni, prima una e poi l'altra. Qui, in due toilette separate, si sarebbero consumate le violenze.
La prima che si è liberata, appena tornata in possesso del cellulare, ha chiamato al telefono l'altra. Ha risposto uno dei ragazzi, lei ha detto che stavano arrivando i genitori a prenderle. Così le hanno lasciate andare.
Un incubo per queste due giovani, rimaste pietrificate da quanto accaduto. Tanto che il racconto di quanto successo è avvenuto soltanto la sera, davanti ai genitori sconvolti.
Entrambe le ragazze sono state portate in ospedale per accertamenti e i carabinieri hanno raccolto la loro testimonianza per risalire all'identità degli aggressori.
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