Il primo bullone ha cominciato ad allentarsi appena si sono spenti i riflettori della serata di sabato. Ma la macchina di "smontaggio" di Eurovision 2022 prosegue senza sosta, a piazza d'Armi.
Nella mattinata di martedì, a oltre 48 ore dalla conclusione dell'evento, sono ancora evidenti le tracce della kermesse, ma il lavoro procede spedito, con tanti operai occupati a riportare il polmone verde di Santa Rita allo stato originale.
Ma se la passerella sospesa è ormai "nuda" e dimezzata, mentre si lavora allo smantellamento del palco dove la Rai faceva le dirette con i suoi commentatori (Cristiano Malgioglio in primis), l'elemento più curioso è che i cacciatori di souvenir hanno già concluso il loro compito.
Percorrendo l'alta staccionata di metallo che per una settimana e più ha isolato lo spazio riservato a media e delegazioni, si nota subito che, a intervalli regolari, mancano alcuni drappi utilizzati a copertura. Una scansione non casuale, visto che i superstiti sono tutti quelli con i marchi degli sponsor. Chi è sparito è il drappo in cui compariva il marchio di Eurovision, l'icona che passerà alla storia (e nelle bacheche dei collezionisti).
In molti casi sono stati staccati tutti i teloni, in altri l'operazione è rimasta a metà e non è andata a buon fine. Ma c'è pure chi, armato di pazienza e forbici, ha letteralmente ritagliato il marchio con il cuore tricolore, portandoselo via.
Come dopo le grandi feste, ora Santa Rita e borgo Filadelfia stanno tornando lentamente alla loro quotidianità. Chi con sollievo (per esempio coloro che possono di nuovo attraversare il piazzale Grande Torino per andare al mercato di corso Sebastopoli), chi con una punta di nostalgia e di magone. È stato bello, finché è durato. E resteranno nella memoria di tutti le file di spettatori colorati che attendevano il loro turno di ingresso lungo quella ciclabile dove ora sono tornati a passeggiare gli anziani, a correre i podisti e a passare le biciclette.
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