“Nonostante la Regione, per tramite del vicepresidente Fabio Carosso, ci abbia più volte rassicurati, non si è mai mosso nulla. Così, in considerazione dell’urgenza di recuperare la struttura in forte degrado e di fornire i servizi sanitari ai nostri cittadini, abbiamo deciso di procedere da soli”.
Così Christian Giordano, sindaco di Villanova d’Asti prossimo alla scadenza del suo secondo mandato, si è espresso, non senza amarezza, sulla decisione del Comune di farsi carico degli ingenti costi, ammontanti a 850.000 euro, dell’edificio Asl di via De Amicis.
REGIONE POCO ATTENTA ALLE NECESSITA' DEL TERRITORIO
“Sebbene l’edificio sia in gestione all’ente regionale, per tramite dell’Asl – ha aggiunto il primo cittadino villanovese – l’Amministrazione comunale ritiene fondamentale garantire i servizi, sostituendosi, nell’investimento, alla regione Piemonte, poco attenta alle necessità di un territorio in crescita e più numeroso di altre realtà dove invece verranno fatti investimenti, talvolta, anche da zero. L’Asl donerà il progetto esecutivo, come previsto nell’accordo di programma”.
I lavori, che ovviamente non potranno iniziare finché l’Azienda sanitaria non farà materialmente pervenire il progetto esecutivo, si protrarranno per almeno sei mesi. Ma, al netto di ciò, resta l’amarezza e la rabbia per una vicenda grottesca che si trascina stancamente da dieci anni, indipendentemente dal variare delle amministrazioni regionali.
UN'ODISSEA LUNGA OLTRE 10 ANNI
“Quando si insediò, l’Amministrazione Cota ritenne che il progetto di Casa della salute approvato dalla giunta Peretti fosse eccessivo per Villanova e lo bloccò – ha ricordato Giordano – Poi io, nel luglio 2012, intervenni in consiglio regionale e mi fu risposto che avrebbero presto trovato una soluzione. Successivamente si insediò la giunta Chiamparino e Saitta mi disse chiaramente che non c’era alcuna possibilità di fare investimenti per almeno 2-3 anni, rinviando tutto al 2017 quando stanziarono i fondi per la progettazione. Arriviamo così a gennaio 2020, quando incontrai l’assessore Icardi e il suo consulente Aimar che ci bocciarono il progetto. In sostanza, non se ne venne a capo per un'ennesima volta. Poi scoppiò il covid e tutti iniziarono a parlare dell’importanza della territorialità… Ma, al netto di questo, nonostante le molte promesse, Carosso e Cirio non si sono mai presentati a Villanova per verificare personalmente la situazione”.
LA GIUNTA REGIONALE HA STRAVOLTO LE LEGGI DEL BUONSENSO
Giordano è estremamente critico anche nei confronti dell’assessore Icardi: “Ha sostenuto che Villanova dista 5 chilometri da Villafranca, pertanto possiamo far ricorso a quella Casa della salute – ha argomentato il sindaco – Dimostrando così non solo di non essere mai stato qui, ma anche di non sapere di cosa parla, perché i chilometri sono almeno 14 e poi, con tutto il rispetto per Villafranca e l’Amministrazione Macchia con cui ho anche collaborato proficuamente, non è sensato che gli oltre 11.000 abitanti di Villanova debbano far riferimento ai servizi sanitari di un paese che ha circa la metà degli abitanti: è una cosa aberrante”.
“I calcoli vanno fatti in modo ponderato, non sulla base di una presunta baricentricità – ha ancora aggiunto Giordano – Sono riusciti a stravolgere completamente le leggi del buonsenso. Noi abbiamo sempre dato volentieri una mano enorme alla Regione, penso ad esempio alla disponibilità della Casa del Pellegrino quando è scoppiata l’emergenza covid, ma purtroppo non abbiamo mai ottenuto nulla in cambio, neppure la doverosa considerazione”.
L'ASL, TROPPO 'ASTICENTRICA', DIMENTICA LA PROVINCIA
“Ora procederemo ai lavori di ristrutturazione – conclude Giordano – ha voglio ricordare che sulla targhetta posta fuori dalla struttura non ci sarà scritto ‘Comune di Villanova d’Asti’ ma ‘Asl AT’, per cui spetta a loro fornire servizi adeguati. Ho l‘impressione che l’approccio ‘asticentrico’ dell’Asl li porti a dimenticare i territori, basti pensare che per oltre un anno non si sono presentati a fare le pulizie nel primo piano dell’edificio, da loro chiuso, e che nel sottotetto c’erano diverse decine di centimetri di guano. La situazione si è sbloccata solo quando ho paventato di far sapere la situazione nelle sedi opportune”.
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