L'ultimo messaggio, poche ore prima che la tragedia si abbattesse sulla vita di Stefania Pivetta e sulla sua famiglia. Parole che giustamente l'amica Monica non rivela a nessuno: appartengono soltanto a loro e le serba nel suo cuore. Ma Stefania, nella sua abitazione di via Torino a Samarate, progettava, rideva, raccontava come al solito.
Scorre con la potenza di un fiume il ricordo dell'amica uccisa dal marito Alessandro Maja insieme alla figlia Giulia, mentre il ragazzo più grande, Nicolò, lotta per la vita. Monica si avvicina al cancello con Elizabeth, si inginocchiano, posano dei fiori e un biglietto: «Ci spiace che non abbiamo trovato il fiocco Tiffany» raccontano, perché per la donna che amava la creatività e la coltivava, i particolari erano importanti.
Erano circa le 19 di martedì, quando Monica ha sentito per l'ultima volta Stefania. Serena, come al solito. Le amiche confermano ciò che ieri sera era trapelato dalla famiglia della donna: «Ma quale separazione, siamo le sue amiche, lo avremmo saputo».
Anche i figli, erano serenissimi, assicura Elizabeth. E commenta ancora Monica: «Lui, un padre di famiglia, il classico padre di famiglia».
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«Anche il fatto che Stefania dormisse sul divano... ma era perché soffriva di insonnia - precisano - lei così poteva tenere acceso il telefono, senza disturbare il marito che andava a lavorare presto». E con il telefono mandava alle sue amiche messaggi audio anche di parecchi minuti: «Perché, diceva, i messaggi lunghi li ascoltano solo gli amici».
Insieme, quelle donne così affiatate trasformavano la loro passione e la loro creatività in piccole meraviglie per i mercatini. Lei era un vulcano, una fonte inesauribile di energia. C'erano sempre nuove idee da far fiorire e intanto si scherzava insieme, si godeva la vita nei piccoli piaceri e nei grandi valori. Erano le creative, anzi le creattive.
«Ci mancheranno le nostre risate, i nostri incontri - scrivono nel biglietto accanto ai fiori le donne che hanno condiviso tanti momenti belli con Stefania - Aspettavo la nostra colazione tutte insieme. Aspettavi quel cappuccio che tanto desideravi». Attese che ora acquistano un peso insopportabile: dov'è il sorriso di Stefania, dove sono le sue dita che cliccavano gioiosamente il cellulare. Sono in quei fiori, in quel biglietto giallo oro, nei ricordi che fanno scorrere le lacrime ma a fatica lasciano spazio anche a un sorriso. È il pensiero di Stefania, del sole che era, e il sole non sta sempre dietro le nuvole.
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