"Il racconto della persona offesa è preciso, lucido e coerente. La vittima è assolutamente credibile. Inoltre, non vi sono motivi che comprovino alcun astio nei confronti dell'imputato e soprattutto perchè questa donna avrebbe dovuto mettersi in una condizione imbarazzante o quantomeno scomoda per la sua vita?". Questo un passaggio della requisitoria del pm di Imperia, Enrico Cinnella Della Porta che oggi pomeriggio ha richiesto al Tribunale, Indellicati presidente con a latere Billeri e Minieri, la condanna a tre anni e sei mesi di carcere, più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, nei confronti di di Alessandro Condò, l'ex candidato a sindaco di Sanremo, accusato di violenza sessuale aggravata.
L'uomo è stato denunciato da una ragazza rumena che si era recata nel suo studio per alcuni trattamenti di massofisioterapia. Durante una seduta, stando all'accusa mossa dalla Procura, il professionista l'avrebbe molestata sessualmente e in particolare si sarebbe abbassato i pantaloni per poi appoggiare i genitali nella mano della paziente mentre la stessa si trovava in posizione supina sul lettino.
"L'imputato, ha detto in aula il pm, ha poi inviato un messaggio alla paziente con scritto 'non sono riuscito a controllarmi, ti ho mancato di rispetto'". Parole queste che per l'accusa sono delle vere e proprie scuse per quanto accaduto.
"Non torna la ricostruzione dell'imputato, ha chiosato Cinnella Della Porta, quando dice che temeva di essere finito in una trappola elettorale. Se aveva paura ciò avrebbe dovuto inviare un contenuto diverso e quindi a sua tutela". Così come non torna, per l'accusa, la ricostruzione operata dall'imputato in ordine al suo stato di agitazione in riferimento ad un articolo uscito su Sanremonews "che mi dipingeva come un violento, ha detto nella scorsa udienza, e ho pensato anche al rischio di essere preso per un molestatore”.
"Questo articolo perchè avrebbe dovuto agitarlo?, si è chiesto oggi il pm. La pubblicazione è stata sollecitata dallo stesso Condò, come si può leggere, in quanto riguardava delle problematiche inerenti l'immobile dove insisteva il suo point elettorale. Infine, la vittima si è confidata con un collega dell'imputato a cui ha raccontato i fatti. Non avrebbe avuto motivo di denunciare l'imputato".
Alla richiesta dell'accusa si è associato il difensore della donna, l'avvocato Gianluca De Marco, il quale ha sottolineato come la stessa "ha avuto timore nel denunciare il tutto e dopo mesi ha trovato la forza per farlo. Inoltre, la mia assistita - ha precisato il legale - non l'ha fatto per soldi perchè lavora, è autonoma, si è integrata nella società e si mantiene da sola".
Durante la propria arringa invece, il difensore dell'imputato, l'avvocato Alberto Pezzini, ha richiesto l'assoluzione e in subordine l'esclusione della circostanza aggravante contestata, ossia quella relativa all'abuso esercitato da un professionista, e infine, il minimo della pena e la concessione dei benefici di legge. Per il difensore invece, la testimonianza della vittima non è credibile ed inoltre, vi è la mancanza della relativa certificazione medica che comprovi il malessere subito per quanto accaduto. Il processo è stato aggiornato al 26 maggio quando dopo le repliche delle parti il Tribunale si ritirerà in camera di consiglio per emettere la sentenza.
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