Con le ultime due arringhe difensive, si è chiusa in Tribunale di Cuneo l’istruttoria dibattimentale del procedimento penale denominato “Tenda Bis” riguardante presunti furti di alcune basi d’appoggio, le “centine”, che avrebbero dovuto essere destinate alla realizzazione della galleria.
La presunta serie di sottrazioni ha comportato il rinvio a giudizio del direttore tecnico A. F., dei capi cantiere G. A. e A.P. e degli operai L.M. e N.D.R., tutti dipendenti della Grandi Lavori Fincosit. Parti civili nel procedimento, l’Anas e il Comune di Limone Piemonte.
Nell’ultima udienza tenutasi, in aula hanno discusso i difensori Verra e Racca per L.M. e Mureddu per G.A. che hanno chiesto l’assoluzione dei loro assistiti.
Per il primo, l’operaio L.M., la Procura aveva chiesto una condanna a 5 anni e 6 mesi di reclusione per furto di ferro e detenzione illegale di esplosivi: “Il mio assistito aveva solo aiutato a caricare le centine – ha sostenuto l’avvocato Verra –. Era una questione di spazio. Quello era materiale di scarto, non importa se ferro nuovo e vecchio, era semplicemente inutilizzato e in un cantiere di montagna, dove manca lo spazio, andava smaltito. Neanche una volta L.M. è stato sentito parlare di vendita di ferro, ma è stato lui a riferire agli inquirenti che più volte gli è mancato il ferro per proseguire i lavori. Mi è stato insegnato che per questi reati serve l’elemento soggettivo, la volontà di procurarsi profitto arrecando danno ad altri: io non trovo questa volontà. Ha solo dato una mano una volta a caricare le centine”.
Con riferimento alla contestazione relativa alla detenzione illegale di esplosivi, l’avvocato Racca ha parlato di “capo d’accusa generico, su cui lo stesso Gip aveva chiesto l’archiviazione per il dubbio che il materiale esplosivo si trovasse in territorio francese, dove vige un’altra legislazione. Lì non si devono tenere i registri. Sul cantiere c’erano tre operai, i ‘fochini’: addetti alla conservazione e utilizzo del materiale esplosivo, a cui L. M. si limitava a indicare quanto esplosivo utilizzare e dove piazzarlo in base al lavoro programmato”.
A chiedere la piena assoluzione anche l’avvocato Mansueta Mureddu, per G.A., capocantiere fino al 2015. I lavori hanno proceduto in due fasi: “G.A. non c’entrava nulla con le centine – ha sostenuto il legale -. Lui doveva decespugliare le zone del cantiere, predisporre il piazzale per carico e scarico, demolire i vecchi edifici della dogana: un lavoro che prevedeva lo smaltimento del ferro vecchio, l’unico tipo di ferro di cui si è occupato il mio assistito e per il trasporto del quale si era intestato una fattura. Fino al 2016 la società non si interessava minimamente del ferro da buttare, perché non era rifiuto speciale e pericoloso”.
Il 13 gennaio le repliche e la sentenza.
Cronaca | 29 dicembre 2021, 15:09
Processo Tenda Bis: ultime arringhe degli avvocati sui furti nel cantiere. A gennaio la sentenza
Secondo l’accusa i materiali ferrosi sarebbero stati rubati per rivenderli come scarti di lavorazione. I difensori chiedono l’assoluzione del direttore tecnico di Grandi Lavori Fincosit, dei due capi cantieri e dei due operai rinviati a giudizio
In Breve
lunedì 07 aprile
Commenti