L'unico segno evidente di protesta è il suono di un fischietto che continua a suonare a intermittenza. Perché, come dicono le persone che questa mattina non sono riuscite ad entrare al Pala Alpitour perché il loro biglietto per le Atp Finals è stato annullato a causa della capienza ridotta, "devono ringraziare che siamo tifosi di tennis e non di calcio, se no gli avremmo già smontato il palazzetto".
Un clima di sconforto e dispiacere più che di battaglia, dunque, davanti al Palazzetto che ospita le gare. Ma sui social è un'altra storia, con gli iscritti al gruppo "Nitto Atp Finals biglietti - Facciamo luce" tutt'altro che rassegnati.
In piazza d'Armi, davanti al Pala Alpitour, sono una cinquantina i tifosi, radunati ai lati dell'ingresso della tribuna nord, che oggi sono rimasti fuori. Appoggiati mestamente alle transenne che li separano dal sogno del torneo, hanno fatto amicizia tra di loro. Così Francesco Pinto di Cirié, venuto qua con la figlia Giorgia, condivide la malasorte con una famiglia di Roma.
"Sono stato uno dei primi - racconta il torinese - a comprare il ticket: l'ho preso il primo giorno di vendita, il 30 novembre 2020 alle 18 e ho speso 90 euro. Sono sicuro che se vado dentro il mio posto è occupato da qualcuno che l'ha preso dopo di me e ha speso 200 euro". La rabbia maggiore è per l'arbitrarietà con cui sono stati annullati i tagliandi: persone come Francesco hanno visto entrare tifosi con ticket comprati dopo. Quindi la cronologia sembra non valere.
Gusto amaro in bocca anche per la famiglia di Marco che arriva da Roma. "Abbiamo speso - spiega - 700 euro di treno, 420 euro per gli alberghi e 840 di biglietti: in tutto ne ho presi 12". E come si dice la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo. "Ho acquistato tutto con un'unica transazione: tre tagliandi erano validi e ieri siamo entrati. Gli altri nove no e oggi stiamo fuori".
È vero che i biglietti verranno rimborsati, ma i costi vivi come viaggio e soggiorno al momento no: la beffa è che verranno trattenute le spese di agenzia e prevendita. È andato peggio al ragazzo arrivato dall'Ungheria o alla comitiva di Madrid, che ieri sono rimasti fuori. C'è poi come l'imprenditore di Grosseto, venuto a Torino con un amico, che "lavora dalle 6 alle 21: da 8 mesi non faccio un giorno di ferie per venire a vedere le Atp Finals. Io non ho ricevuto nessuna mail e qua ho scoperto che mi sono stati annullati i biglietti di domani, dopodomani e domenica". L'unica consolazione rimane quella di un piatto a base di tartufo in un buon ristorante piemontese.
Ma veniamo ai social. Qui l'umore dei tifosi è ben diverso. Tra chi annuncia imminenti cause (sempre in voga la proposta di una class action, con il Codacons che già ha presentato un esposto in procura) e chi, come Nicolò, racconta addirittura di aver ricevuto una chiamata dalla questura di Torino per andare a testimoniare sulla sua esperienza con i biglietti cancellati. C'è chi dice di essere arrivato con una diffida dell'avvocato nei confronti dei responsabili di Federtennis ma di essere rimasto comunque fuori e chi racconta di essere entrato perché ha saputo dimostrare che i suoi biglietti erano stati acquistati prima di altri "regolari" nello stesso settore. Insomma, l'impressione che emerge sul gruppo è che la decisione di lasciare entrare o meno gli spettatori sia nelle mani dello steward di turno e che non ci sia una linea precisa. La stessa Federtennis, da noi interpellata, si nasconde dietro un vago "Tutte le comunicazioni sono pubblicate sul nostro sito". Ma nemmeno lì vengono chiariti i criteri con cui hanno deciso quali biglietti annullare e quali no. Infine sempre sul gruppo Facebook c'è anche chi, pur essendo entrato, si lamenta comunque: sono quelli che hanno comprato per 50 euro i biglietti per gli allenamenti ma non hanno potuto vedere i "favolosi 8", che intanto si allenavano in un altro campo non accessibile al pubblico. Si sono invece accontentati di vedere atleti minori e solo a un certo punto i partecipanti al torneo di doppio.
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