Il Covid non ha migliorato la qualità dell’aria di Torino. E’ questa la fotografia che restituisce il 28° rapporto di Ecosistema urbano di Legambiente, che ha messo sotto la lente il 2020. Un anno appunto caratterizzato da lockdown severi, con le persone chiuse in casa e traffico di auto praticamente nulle e ridotto all’essenziale. Mesi in cui a farla da padrone è stato il telelavoro.
Torino male per qualità dell'aria
E Torino ne esce comunque male, 81° in classifica per le sue performance ambientali tra 105 città capoluogo. Legambiente ha preso in esame 18 parametri, raggruppati in 5 macroaree (aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente). A segnare la performance peggiore, facendo così scendere la città in graduatoria, è l’inquinamento atmosferico. Torino si piazza infatti 94° per i livelli di biossido di azoto e 95° per quelli di Pm10.
Male differenziata e consumi d'acqua, meglio ciclabili e alberi
Il capoluogo di regione registra anche cattive performance nella differenziazione dei rifiuti (75°), cosi come nei consumi idrici pro-capite (92°). Buoni i dati invece relativi al verde e all’ambiente. In base al numero di alberi ogni 100 abitanti, Torino si piazza al 47° posto: praticamente analoga la posizione per i chilometri di piste ciclabili (49°).
Bene il trasporto pubblico locale
Risultati estremamente positivi per l’offerta e numero di passeggeri del trasporto pubblico, rispettivamente 30° e 4°, così come per la depurazione delle acque dove Torino ottiene il 15° posto.
Foglietta: "Questione ambientale va affrontata come pianura padana"
“Questo rapporto – commenta l’assessore alla mobilità Chiara Foglietta - è per me un punto di partenza per capire quali possono essere le politiche strategiche sia per azioni di vicinato sia per politiche ambientali innovative che partono da Torino per arrivare a Venezia”. “Perché la questione ambientale è un tema che non si limita al confine torinese, ma ci obbliga ad allargare lo sguardo e investire la megalopoli della pianura padana intera” conclude.
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