Oltre 33mila persone respinte in circa 9 mesi. È questo il drammatico bilancio che i ricercatori del Dossier IDos sulle Immigrazioni riportano nell'edizione 2021 dello studio. I numeri, per la precisione 6.880, riguardano i migranti che sono stati rimandati indietro dalla Francia dopo aver tentato di attraversare il confine italo-francese in val di Susa, quindi passando da Oulx o da Bardonecchia, tra luglio 2020 e aprile 2021.
Proprio quei territori da dove spesso si registrano notizie di cronaca di persone disperse nel buio o nella neve, nel vano tentativo di aggirare i controlli. O dove si creano momenti di tensione intorno a iniziative di attivisti che creano punti di appoggio ai limiti della legge.
Numeri che si vanno a sommare a un altro confine tra Italia e Francia, altrettanto al centro delle attenzioni: quello di Ventimiglia, dove la ricerca stima che nello stesso periodo di tempo siano stati rimandati indietro circa 26.519 migranti.
Con le buone o con le cattive. Ed è proprio su questo aspetto che la ricerca lancia l'allarme. Secondo gli studiosi, infatti, alcuni comportamenti da parte della Francia sono stati messi in atto al di fuori di ciò che sarebbe previsto dalle leggi e dagli accordi internazionali, così come i testi sui diritti umani. "Nel novembre 2015, in seguito agli attentati di Parigi e al dichiarato Stato di Emergenza - si legge nel capitolo dedicato a questo argomento, all'interno del volume di quasi 500 pagine - il governo francese ha ripristinato i controlli alle frontiere interne con i Paesi confinanti della Ue". E sebbene la normativa europea preveda che questa misura venga adottata come extrema ratio, "la Francia persiste nel proprio intento di blindare le frontiere e frappone concreti ostacoli all'ingresso di cittadini stranieri".
"Le politiche di contenimento (...) sono state attuate attraverso l'adozione di prassi illegittime di respingimento", si legge ancora. E in particolare, sottolineano gli studiosi, "estremamente critica è la condizione dei minori stranieri non accompagnati, in molti casi identificati come maggiorenni a seguito di una semplice valutazione dell'aspetto fisico, precludendo così l'accesso alle tutele specifiche previste per i minori e favorendone il respingimento dalla Francia".
Una situazione critica, ma sulla quale non si può nemmeno puntare il dito con leggerezza visto che - dicono sempre gli studiosi in conclusione - "le violazioni di diritti fondamentali al confine francese sono speculari a quelle compiute dall'Italia al confine con la Slovenia".
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