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Politica | 28 ottobre 2021, 15:26

Affossamento Ddl Zan: così il voto e il parere dei tre senatori cuneesi

Giorgio Maria Bergesio (Lega) e Marco Perosino (Forza Italia) hanno espresso la loro contrarietà senza esitazioni. Mino Taricco (Pd), che pure aveva manifestato perplessità su alcuni passaggi, ha invece votato a favore

Affossamento Ddl Zan: così il voto e il parere dei tre senatori cuneesi

Il disegno di legge contro l'omotransfobia, noto alle cronache come “Ddl Zan”, approvato nel novembre dello scorso anno alla Camera, ieri è rimasto vittima al Senato della cosiddetta “tagliola”.

La richiesta di non passaggio agli articoli presentata da Lega e Fdi ha infatti ottenuto 154 voti favorevoli a fronte di 131 contrari (2 gli astenuti).
Il voto segreto richiesto dai senatori Roberto Calderoli (Lega) e Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia), e ammesso dalla presidente di Palazzo Madama Elisabetta Casellati non senza critiche da parte di Pd, M5S e Leu, ha lasciato mano libera ai 'franchi tiratori' determinando così l'affossamento di un testo su cui centrodestra e centrosinistra si sono dati battaglia per mesi senza trovare un'intesa.
Ma come hanno votato e cosa ne pensano al riguardo i tre senatori cuneesi: Giorgio Maria Bergesio (Lega), Marco Perosino (Forza Italia) e Mino Taricco (Partito Democratico)?

Soddisfatto dell’esito del voto Giorgio Bergesio: “Con il voto di ieri in aula al Senato, del Ddl Zan non se ne sentirà più parlare per un bel po'. Infatti, a norma di regolamento non potrà tornare al Senato per almeno 6 mesi.  É stato – commenta il senatore leghista - un risultato straordinario frutto del lavoro incessante ed attento del nostro partito sia in commissione che in aula. É stata sconfitta in modo democratico – aggiunge - l'arroganza di parte della sinistra e dei  5Stelle che hanno sempre detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie. Ferma restando la volontà di fermare discriminazioni e violenze, crediamo fosse (ormai se ne può parlare al passato) una legge sbagliata, ideologica. Sotto le false spoglie della  parità e del rispetto, qualcuno in realtà mirava ad approvare una legge ideologica per cui i maschi e le femmine sono solo concetti ideologici, inculcando anche ai bambini questa follia. Ora si potrà ripartire dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni  lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria  gender e i reati di opinione”.

Marco Perosino (Forza Italia) non ha avuto esitazioni: “Ho votato contro in modo segreto, ma prima o – dice in tono ironico – il mio parere in proposito lo avevo già manifestato palesemente”.
E aggiunge: “I temi nel Ddl Zan, secondo me, proprio non esistono.  Si possono prevedere aumenti di pena per tutte le discriminazioni. Ma rendere la questione del gender anche materia od oggetto di divulgazione nelle scuole oppure prevedere che anche solamente avere pensato o dichiarato un concetto che possa essere considerato discriminatorio sia reato – annota il senatore forzista - mi sembra non accettabile. Credo che sul tappeto ci siano problemi molto seri e altri ve ne saranno in prospettiva: lavoro, tasse  pensioni, investimenti. Su questi – conclude Perosino - dobbiamo decidere, in fretta e bene”.

Taricco (Partito Democratico), che pure non aveva nascosto talune sue perplessità in merito ad alcuni passaggi del disegno di legge, si dichiara sconcertato per come una parte del Senato ha accolto l’esito della votazione.  
“Il centrodestra – commenta - ha esultato in aula con un tifo quasi da stadio.
Ho trovato sgradevole quella esultanza. Come avevo sempre detto volevo cambiamenti sul testo, ma avrei votato contro ogni espediente per far saltare la norma, per questo ho votato convintamente contro la 'tagliola'.
Come avevo in più occasioni chiarito non ero e non sono un sostenitore di quel testo, che a mio avviso andava corretto e migliorato in alcune parti, ed era necessario farlo. Un conto però era migliorarlo, altra cosa era ed è, come è successo, affossarlo. Spiace purtroppo dover dire che avevo avuto ragione a pensare che poteva finire come è finita. Giochi  sporchi sotto banco, approfittando del voto segreto, da parte di qualcuno, e qualche rigidità di troppo, con un eccesso di azzardo, da parte di altri hanno portato a questo risultato. Credo –
aggiunge il senatore Pd - sia necessario riprendere con solerzia il confronto, perché tante persone oggetto in questo momento di discriminazione e di violenza ce lo chiedono. Dovremo usare i prossimi mesi per provare a definire un testo che superi le riserve e le perplessità che in tanti avevano manifestato. E tutti dovranno farlo in modo non strumentale, cercando una formulazione condivisa,  e superando furbate e supponenze.
Lo dobbiamo –
ammonisce Taricco - a chi ci guarda con la speranza di avere presto risposte che rendano migliore e meno ferita la propria vita”.

GpT

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