Il luogo teatro della tragedia di ieri pomeriggio (LEGGI QUI) è un posto che buona parte dei castellenzesi conoscono, anche per essere in prossimità dell'imbocco della pista ciclopedonale della Valle Olona. E immaginiamo che sia stata battuta e di passaggio per diverse persone ieri, in una domenica autunnale di sole. Giornata che anche dei ragazzini stavano sfruttando per tirare quattro calci al pallone, mentre le rispettive famiglie si ritrovavano in casa dei custodi di una delle attività industriali presenti in via Isonzo a Castellanza, nel fondovalle lungo l'asta dell'Olona. Una domenica spensierata che si è trasformata in tragedia per una pallonata calciata con più forza del solito, finita in una delle vasche di depurazione necessarie all'attività industriale. La dinamica dei fatti è purtroppo chiara: il quattordicenne è salito sulla scaletta, una volta in cima si è sporto per recuperare la palla dentro al depuratore. Ma la corrente delle turbine accese deve averlo trascinato sott'acqua.
La macchina dei soccorsi si è attivata prontamente. Pompieri, ambulanza, automedica ed elisoccorso atterrato nel piazzale dell'ex Montedison. I sommozzatori del comando vigili del fuoco di Milano hanno ripescato il quattordicenne in arresto cardiocircolatorio. Poi le manovre salvavita ininterrotte e la corsa disperata al Pronto Soccorso dell'ospedale di Legnano. Intorno alle 20, la notizia della morte, quella che lascia tutti sgomenti e senza fiato. Ai carabinieri della compagnia di Busto sono state affidate le indagini, con l'ausilio della procura.
«Una tragedia imponderabile» l'ha definita il sindaco di Castellanza, Mirella Cerini. Anche il primo cittadino di Olgiate Olona, Gianni Montano, si è unito al cordoglio per la disgrazia che ha toccato la famiglia dell'adolescente, di origini nigeriane. «È successo a un passo da noi – ha scritto il sindaco di Olgiate Olona, ricordando la prossimità della tragedia che colpisce indistintamente e lascia attoniti in ogni caso – Riposa in pace piccolo».
Questa mattina, l'attività lavorativa del sito industriale è ripresa regolarmente. Dall'esterno si scorge il solito viavai di camion e camioncini. Ma all'interno non è (non può essere) tutto indifferente. Anche i passanti che imboccano la pista ciclopedonale, pur sapendo, non si fermano a guardare quel nastro bianco-rosso ben visibile dai cancelli, che segna l'area posta sotto sequestro dalla procura di Busto Arsizio. Nessuno, neanche da dentro, butta lo sguardo. Perché una tragedia del genere provoca disagio, rattrista enormemente e lancia un colpo al cuore, anche solo rivolgendoci gli occhi.
È la seconda disgrazia che si consuma a pochi metri e giorni di distanza, dopo il ritrovamento del cadavere di Raffaella Danese, all'interno della centrale ex Enel, sempre lungo l'asta dell'Olona in via Isonzo a Castellanza (LEGGI QUI).
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