E’ un duello verbale combattuto a stoccate, che si consuma a interventi lunghi un minuto al massimo, quello messo in scena questa sera da Paolo Damilano e Stefano Lo Russo. I due candidati che domenica e lunedì si sfideranno al ballottaggio per diventare sindaco di Torino, negli studi di SkyTg24, si sono confrontati sulle differenti visioni della città, spaziando su temi come il Green Pass nelle aziende, Stellantis e i fondi del Pnrr, ma anche immaginando la “Giunta dei sogni”, nel caso fossero eletti.
Look simile per I due aspiranti sindaci, entrambi in giacca blu e cravatta blu. A differenziarli, almeno a livello di immagine, la fantasia della cravatta. Diverso invece il linguaggio del corpo e l’approccio davanti alla telecamera: più impostato Lo Russo, comunicativo ma con un occhio spesso buttato sugli appunti Damilano.
Damilano e Lo Russo, due sindaci “simili”
Il candidato del centrosinistra e quello del centrodestra, inaspettatamente, si riscoprono anche più simili di quanto possa sembrare: entrambi, infatti, condividono le posizioni sul Green Pass nelle aziende, ritenuto uno strumento indispensabile per tutelare la sicurezza e il diritto alla salute. Ma non solo. Sia Lo Russo che Damilano affermano di essere favorevoli alla Tav e pronti a battagliare perché sui diritti Torino non faccia alcun passo indietro, anzi. C’è di più: Damilano e Lo Russo, pur volendo il primo Giovanni Agnelli come brand ambassador e il secondo Rita Levi Montalcini alla Cultura, si contendono anche l’assessore alla Cultura dei sogni, lo scrittore torinese Alessandro Baricco.
Schermaglie politiche tra i due candidati
Se gli interventi di un minuto davanti alle telecamere di SkyTg24 sembrano dissipare le differenze tra i due, in pieno clima Governo Draghi, le possibilità di replica (e controreplica) di 30 secondi evidenziano invece le difformità tra il candidato del centrodestra e quello di centrosinistra. “Sui diritti non dubito della buona fede di Paolo, ma mi chiedo come potrà gestire i consiglieri di Fratelli d’Italia per un eventuale patrocinio al Pride” è l’attacco sferrato da Lo Russo al rivale. Pronta la risposta di Damilano: “Gli ultimi non si difendono solo a parole. Loro sono il partito dei ricchi, prendono i voti dal centro e si dimenticano delle periferie”. Una stoccata non apprezzata dal candidato del centrosinistra: “Stiamo parlando di diritti diversi, mescoli pere con mele. Mi fa paura chi c’è dietro di te”. “A me fa paura chi sta dietro a Lo Russo, non in grado di generare benessere ed economia” è il contrattacco di Damilano. Sostanziali anche le differenze di approccio alla politica: il candidato civico non perde occasione per rivendicare i risultati ottenuti dalla sua lista, smarcandosi dai partiti e definendo il suo un "progetto dei cittadini", l'attuale capogruppo del Pd guarda al partito come una ricchezza, come una fonte inesauribile di confronto e supporto.
Botta e risposta Damilano - Lo Russo
La pubblicità dà il tempo ai due aspiranti primi cittadini di riordinare le idee, per poi tornare all’attacco. E’ di nuovo Lo Russo a tentare il colpo della vittoria: “La tua lista si chiama Torino Bellissima, ma in campagna elettorale racconti di una città devastata: ti senti partecipe di questa devastazione, avendo collaborato con Fassino e Chiamparino nei tuoi vari ruoli?”. Damilano svia, sembra ignorare la domanda del capogruppo Pd e spiega: “Torino Bellissima, seconda lista più votata in città, è un brand. Voglio che sia uno stimolo, un orgoglio. I cittadini devono poter andare in giro per il mondo raccontando di una Torino bellissima”. A quel punto, tocca a Damilano provare a portare a casa la partita: “Lei è il candidato dell’apparato politico. Durante il suo Governo Torino è stata sull’orlo del default, la seconda città più indebitata d’Italia. Con quale credibilità si ripresenta alle urne?”. “Ho sempre servito la mia città nei ruoli in cui mi hanno eletto i torinesi. Abbiamo un progetto politico e un programma credibile che parla di cose concrete, a differenza del tuo” risponde piccato Lo Russo.
Lasciati gli studi milanesi, i candidati sindaci prendono l’auto e ritornano in fretta a Torino per gli ultimi tre giorni di campagna elettorale: domani è previsto un altro round, l’ennesimo. Questa volta a Porta a Porta, con Bruno Vespa a fare da arbitro.
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