Demonte oggi 9 ottobre ha dato l'ultimo saluto al suo sindaco Francesco Arata, morto di tumore, a 68 anni, lo scorso 6 ottobre.
Vero principe del Foro, stimatissimo penalista al cui nome sono legati alcuni dei processi più importanti d'Italia, a Demonte era legato da sempre. Qui erano nati i nonni paterni e i genitori, qui trascorreva le vacanze con la moglie Anna, i quattro figli e gli otto nipoti. Qui trovava serenità e semplicità rigeneranti.
Qui era diventato sindaco nel 2019. Con un grande sogno, che non si stancava di condividere con tutti gli amministratori di valle: far restare i giovani in quelle terre, dare loro opportunità e futuro, perché non se ne debbano andare.
Il suo sogno, i semi gettati, saranno un impegno per chi rimane.
C'era davvero tutto il paese a dargli l'ultimo saluto. Gli alpini, i carabinieri, i tecnici di soccorso alpino, gli AIB, la polizia municipale, i volontari della Croce Rossa, la banda del paese. Il funerale è stato celebrato nell'anfiteatro della piazza, per consentire a tutti di partecipare.
E poi i sindaci della valle, i suoi compagni di amministrazione, gli onorevoli Taricco e Gribaudo, Monica Ciaburro, nella veste di sindaco di Argentera. E il Prefetto Patrizia Triolo. Ma soprattutto gli abitanti della sua Demonte.
"E' un momento difficile e di dolore, che condividiamo nell’affetto e nell'amicizia per Francesco, ha detto il celebrante don Renzo nell'omelia, dopo la lettura della Parabola dei talenti. La sua partenza inaspettata ci interroga, suscitando dolore e sconcerti. Ma lui ci ha insegnato ad affrontare le sfide più difficili. Francesco ha fatto fruttare grandemente i suoi talenti, a servizio della sua famiglia, della società, del paese e della comunità di valle. Diceva sempre che la giustizia deve essere prima di tutto al servizio del cittadino: era la sua convinzione e il suo impegno di avvocato. Noi di Demonte sappiamo quale amore avesse per il paese, tanto da diventare sindaco nel 2019. E con i sindaci della valle aveva fatto squadra per affrontare le sfide del presente e del futuro. Ha messo i suoi talenti a servizio di tutti, non li ha tenuti per sè".
La messa si è conclusa con l'inno occitano, Se Chanto, un brano amatissimo dal sindaco Arata.
Al termine della funzione ha preso la parola uno dei figli. "Grazie a lui noi amiamo Demonte. Lui qui trovava qualcosa di autentico e semplice. Diventare sindaco era stata la sua ultima sfida. Qui ha voluto essere sepolto. Gli abbiamo messo nella tomba le cartine dei sentieri della Valle Stura, della Valle Gesso e della Valle Maira. Chi passeggia per queste valli è probabile che lo possa incontrare".
Poi le belle parole dei suoi compagni di amministrazione, che ne hanno sottolineato lo spessore e il carisma, la profonda saggezza e comprensione delle debolezze umane. "Facevi la differenza, con te tutto era semplice. Hai fatto tua la frase di Lalla Romano: si ritorna sempre nel luogo da cui non si è mai partiti. Demonte era questo per te".
Ancora, Loris Emanuel, presidente dell'Unione dei Comuni della Valle Stura, visibilmente commosso. Ha ricordato l'ultimo incontro con Arata, a inizio agosto. "Mi fece guardare la valle e mi disse di guardare quanto fosse bella. Lui era davvero innamorato di questi luoghi, li vedeva. Era affaticato dalla malattia, stanco, e mi ha spronato ad andare avanti, a impegnarci tutti insieme per questo territorio".
Infine un amico, Enzo Galliano: "Io, nato e cresciuto a Demonte, prendevo lezioni di territorio da un avvocato di Milano!", ricordandone poi la troppo breve vita amministrativa e, nonostante questo, il bellissimo progetto del superamento delle barriere architettoniche di Demonte attraverso delle rampe, libri aperti, con le parole di sei personaggi illustri del paese.
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