La "corsa" (o meglio sarebbe dire la rincorsa) al candidato è una pratica piuttosto diffusa, nei mesi precedenti qualsiasi tipo di elezione. E a buon diritto: ogni categoria o gruppo rappresentativo della società pone sul tavolo questioni cui - in questo caso gli aspiranti sindaci - sono chiamati a dare risposta. Una piccola "anticipazione" su quello che potrebbe essere, durante il loro eventuale mandato.
Confedilizia Torino (sigla che rappresenta i proprietari di casa) non si è tirata indietro, alla luce delle Comunali che oggi puntano al ballottaggio della prossima settimana. Ma gli esiti del confronto non sono stati quelli sperati. "Ai primi di settembre abbiamo inviato ai candidati sindaco Damilano, Lorusso e Sganga una serie di domande - dice il presidente di Ape Confedilizia Torino, PierLuigi Amerio -. Ad oggi nessuno ha risposto. Quindi i proprietari di casa come devono interpretare questo silenzio assordante? I problemi sollevati non sono importanti? Le questioni non rientrano nelle conoscenze e nelle competenze del prossimo sindaco?".
Le domande poste agli aspiranti primi cittadini
Le questioni tirate in ballo da Ape erano ovviamente tutte legate al mondo dell'immobiliare e, in particolare, di chi una casa di proprietà. Dal rapporto di collaborazione tra pubblico e privato per far fronte all’ordinaria e straordinaria manutenzione del patrimonio pubblico, alle politiche per promuovere la riconversione del patrimonio edilizio esistente. E ancora: riduzioni degli oneri e contributi in materia di urbanistica per chi sostiene interventi di riqualificazione, aliquote IMU agevolate per quei proprietari immobiliari che riducono temporaneamente i canoni di locazione e linee di intervento, nell’ambito della competenza comunale, per il patrimonio ATC.
"Rispondere ai problemi sollevati (qualsiasi sia la risposta) fa perdere i voti - incalza ancora Amerio -. Oppure c’è qualche altra risposta? I proprietari immobiliari non fanno paura, perché accettano tutto senza protestare e sono i più esposti, perché non possono nascondere la loro proprietà, perché vengono ritenuti individualisti e legati soltanto al proprio orticello. Abbiamo bisogno che la politica si occupi in modo proattivo della proprietà immobiliare e dia le risposte che tutti i cittadini si attendono".
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