Eleggibile o no? La bufera si abbatte sul candidato sindaco del centrodestra, Paolo Damilano. Ma lui non si scompone: "Polemica fuori luogo, avrei preferito che la campagna elettorale si sviluppasse intorno ai temi. Non sono queste le cose che interessano ai torinesi".
La questione è quella che riguarda Film Commission, di cui Damilano è stato presidente. "Il 15 giugno, durante una seduta di Consiglio", ha ribadito oggi in Consiglio regionale il capogruppo di LuV, Marco Grimaldi, "avevo sollecitato le dimissioni di Paolo Damilano dalla presidenza della Film Commission, una volta ufficializzata la sua candidatura a Sindaco dal tavolo nazionale del centrodestra. Nulla è avvenuto, nemmeno dopo i termini previsti dalla legge. Ora appare chiaro che quella sovrapposizione di ruoli non solo fosse inopportuna, ma che rende Damilano un candidato non eleggibile".
Secondo Grimaldi, per la legge (l'art. 60 co. 1 n. 11 del TUEL), Film Commission è un "istituto, consorzio o azienda dipendente rispettivamente dal comune o dalla provincia" e per essere eleggibile a sindaco, presidente della provincia, consigliere comunale, provinciale e circoscrizionale un soggetto deve cessare dalle proprie funzioni per dimissioni, trasferimento, revoca dell'incarico o del comando, collocamento in aspettativa non retribuita non oltre il giorno fissato per la presentazione delle candidature.
"Chi è il Presidente di Film Commission?", si chiede Grimaldi. "Sul sito c’è scritto Damilano e benché Film Commission abbia chiarito che per l’ente stesso Damilano non svolge più le sue funzioni dal 16 agosto in quanto il suo mandato, come da Statuto, è cessato con l’approvazione del bilancio avvenuta a fine giugno e da allora sono decorsi i 45 giorni di prorogatio, non sembra essere pervenuta nessuna dimissione alla Regione. Esistono diversi casi e soprattutto una sentenza della Corte di Cassazione che parlano molto chiaro: 'la decadenza dalla carica alla fine del termine di prorogatio non opera automaticamente ma dev'essere comunque accertata con atto dell'ente'".
Damilano ha voluto rispondere alle accuse: "Mi piacerebbe - ha detto - che una campagna elettorale così importante per Torino potesse svolgersi esclusivamente sui temi e le proposte. Ma visto che sono stato tirato in ballo in Consiglio regionale rispondo che i miei legali hanno verificato e mi hanno rassicurato che è tutto a posto. Abbiamo fatto in modo che tutto si svolgesse secondo le regole. Le dimissioni? Io ho seguito quello che era l'iter legale per uscire dalla Film Commission".
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