Il Nazionale

Politica | 14 settembre 2021, 13:35

Ex Embraco, il Consiglio aperto si chiude con una spaccatura nella maggioranza. Chiorino: "Curioso che il Mise dialoghi solo con la Lega"

L'assessore regionale al Lavoro, al termine del dibattito tra i consiglieri, ha sottolineato il silenzio del ministero guidato da Giancarlo Giorgetti rispetto alle lettere e alle richieste di convocazione da parte della Regione

Ex Embraco, il Consiglio aperto si chiude con una spaccatura nella maggioranza. Chiorino: "Curioso che il Mise dialoghi solo con la Lega"

"Registro con soddisfazione le rassicurazioni da parte dei consiglieri della Lega sull'attenzione del Mise al caso EmbracoCerto, mi stupisce che queste comunicazioni arrivino direttamente alla Lega e non alla Regione e a questa giunta, che manda lettere al Ministero quasi ogni mese. E mi stupisce sapere che proprio la Lega sappia che il progetto Italcomp non c'è e non c'è mai stato. In ogni caso serve un piano interministeriale". Si chiude con una spaccatura inattesa, il Consiglio regionale aperto che la Regione ha organizzato per discutere della vertenza industriale che ormai sfiora i 4 anni di durata.

A parlare è Elena Chiorino, assessore regionale al Lavoro che, insieme al governatore Alberto Cirio, ha preso parte a una seduta in cui sono state soprattutto le testimonianze dei lavoratori e l'urlo di rabbia dei sindacati a tenere accesi i riflettori su una vicenda ormai incancrenita. E quelle di Chiorino sono parole affilate, quasi sibilate dall'esponente della giunta dopo che il dibattito tra consiglieri delle diverse forze ha mostrato spesso una sorta di difesa "di partito" del ministro Giorgetti da parte degli esponenti del Carroccio, mentre tutte le altre forze lo hanno messo nel mirino.
Se non una spaccatura, una crepa politica evidente per l'assessore che è espressione di Fratelli d'Italia.

Ma dal partito di Salvini è arrivato anche un auspicio: "Bisogna trovare imprenditori seri e affidabili - commenta Alberto PreioniLega Nord - e non dare prospettive illusorie ai lavoratori".

"In ballo il futuro di 400 famiglie e di un territorio". "Un piano per reindustrializzare il Piemonte"

Lo scontro finale, tuttavia, è arrivato al termine di una serie di interventi in cui, invece, la posizione era piuttosto delineata. "In ballo c'è il futuro di 400 famiglie, ma anche di un territorio e i sindaci vengono abbandonati nella tempesta". Così Paolo Bongioanni, consigliere regionale di Fratelli d'Italia. "Ma nel progettare il nostro futuro dovremo essere attenti anche nella progettazione dei prossimi sette anni di fondi europei: bisogna investire su persone italiane, che conoscono il territorio e meglio che le multinazionali, legate a un neoliberismo che punta solo al fatturato. Adesso bisogna esplorare ogni soluzione possibile, con la forte presenza della Regione".

"Con lo scaricabarile e il rimpallo di responsabilità non si rende un buon servizio al Paese, al territorio e ai lavoratori - aggiunge Sarah Disabato, consigliera del Movimento Cinque StelleBisogna capire quale potrà essere il futuro di reindustrializzazione dell'intero Piemonte. È facile fare gli imprenditori con i soldi dello Stato. Invece bisognerebbe prendere esempio da questi lavoratori, che si sporcano le mani".

"Mi sarei aspettato qualcuno non solo in collegamento, ma anche in aula - attacca Francesca Frediani, Movimento 4 ottobrebisogna metterci la faccia. Il ministero non può sottrarsi al confronto con i lavoratori: non è questione di accettare inviti a partecipare al Consiglio regionale. È necessario essere presenti. Comunque se ora si riparte da zero, non sarà facile, mentre tante competenze andranno disperse se non si farà qualcosa".

"Doveva essere il giorno delle scuse"

"Oggi sarebbe almeno il giorno delle scuse - dice Silvio Magliano, Moderati - e non cercare il colpevole, scaricando le colpe sui predecessori. Dobbiamo fare del nostro meglio per cercare una soluzione: tutto questo va oltre il semplice schieramento politico".

Durissimo il Presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia: "La vicenda ex Embraco è una punta nera nel piano industriale regionale. Il dramma è che Italcomp non avendo un piano industriale realizzabile non è fattibile. Cose concrete purtroppo non ce ne sono, ma abbiamo buone speranze. Il governo regionale sta facendo il possibile. È un'azienda in crisi da tanti anni, ma il prodotto è ancora largamente utilizzato e quindi ci sono prospettive. Bisogna individuare persone serie e non imprenditori che vogliono solo speculare", ha sottolineato.

"Non è sfortuna, è il capitalismo"

Tagliente anche Marco Grimaldi, consigliere di Luv: "Caro presidente Cirio, cara assessora Chiorino, fate pace con la vostra ideologia. Volete che le aziende siano libere. E infatti grazie a voi e alle politiche degli ultimi trent’anni lo sono. Liberissime di insediarsi, pagare stipendi da fame, usare contratti pirata, esternalizzare, liberissime di chiedere ammortizzatori quando fa loro comodo e aiuti quando ne hanno bisogno, e liberissime di licenziare. Non è sfortuna presidente, non è sfiga, assessora. È il capitalismo". E ancora: "Se questa vicenda però vi ha scosso e avete cambiato idea invece, accogliamo tutti insieme la proposta dei lavoratori e delle lavoratrici Embraco, insorgiamo anche noi".

"La maggioranza non dà il giusto peso alla vertenza"

Nel corso della giornata la destra ha dimostrato quanto sia legata alla rincorsa del consenso e non ai lavoratori e al loro dramma. Diciamo con chiarezza che qui nessuno è esente da colpe, anche se il presente ha chiare responsabilità con nomi e cognomi, i quali stanno davvero aggravando la situazione. Lega e Fratelli d’Italia hanno perso tempo a battibeccare tra di loro, impegnati nell’eterna contesa per la leadership delle destre, dimenticando ciascuno le proprie responsabilità”, attaccano Diego Sarno e Daniele Valle (Pd).

Basta parole, troviamo soluzioni anche non scontate e magari innovative. Solo così saremmo fattivamente vicini e utili alle famiglie coinvolte in questa complessa vicenda. Lo facciano per primi l'assessore Chiorino e il Presidente Cirio che oggi hanno solo raccontato lo stato dell'arte senza dare l'idea di un percorso verso soluzioni possibili".

Massimiliano Sciullo

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