Il Nazionale

Cronaca | 22 luglio 2021, 06:29

G8, vent'anni dopo le vittime della Diaz tornano dentro la scuola: "Questo luogo entrato nella storia d'Italia" (FOTO E VIDEO)

“E' una vicenda che lascia un'eredità pesante, che può condizionare i rapporti tra la cittadinanza, le forze di polizia e le istituzioni”. Così Lorenzo Guadagnucci, giornalista, tra coloro che furono massacrati alla Diaz, definisce i fatti di vent'anni fa

G8, vent'anni dopo le vittime della Diaz tornano dentro la scuola: "Questo luogo entrato nella storia d'Italia" (FOTO E VIDEO)

E' una vicenda che lascia un'eredità pesante, che può condizionare i rapporti tra la cittadinanza, le forze di polizia e le istituzioni”. Così Lorenzo Guadagnucci, giornalista, tra coloro che furono massacrati alla Diaz, definisce i fatti di vent'anni fa, quando la polizia fece irruzione nella scuola, nei giorni del G8 quartier generale degli attivisti del Genoa Social Forum.



Guadagnucci, all'epoca inviato per Il Resto del Carlino, si trovava nell'istituto dove subì un pestaggio insieme ad altre circa cento persone. Ieri sera, insieme ad alcune vittime di quella violenza inaudita è tornato alla Diaz, dove è stata organizzato un presidio a cui hanno preso parte centinaia di persone, tra questi i genitori di Carlo Giuliani, il giovane ucciso nei giorni del G8 in piazza Alimonda e Adelmo Cervi, scrittore, figlio di Aldo Cervi, noto contadino antifascista emiliano, fucilato dai fascisti insieme ai fratelli, per una rappresaglia. Tra le vittime presenti, oltre a Guadagnucci, anche un altro giornalista, Mark Covell, che entrò in coma dopo essere stato travolto dalla furia degli agenti davanti alla scuola.

Numerosi gli interventi che si sono succeduti durante la serata, tutti volti a ricordare e condannare quanto successo in una delle pagine più buie nella storia del nostro paese, una notte in cui vennero sospesi i diritti civili.

Sono le emozioni di chi ha vissuto qui un momento sconvolgente che gli ha cambiato l'esistenza e anche la propria condizione di cittadino. - ha raccontato Guadagnucci a fine serata - È il tempo dei bilanci, questo luogo è entrato a tutti gli effetti nella storia d'Italia, il 21 luglio 2001 è un giorno della vergogna per la polizia e per lo Stato italiano che non hanno saputo rimediare. Sono passati vent'anni e non è stato ancora ripudiato quello che è successo qui dento, questo vuol dire che ha creato un precedente e che la polizia italiana in qualche modo accetta di essere associata a episodi come questo, di violazione dei corpi e della legalità costituzionale. È una considerazione amara, ma che ci impone di lottare e credere ancora in una possibilità di avere un paese dove lo stato di diritto è una regola e non l'eccezione”.

C'è ancora tempo per queste scuse?

Il tempo per le scuse non finisce mai, se sono sincere e sono accompagnate da provvedimenti adeguati. Io aspetto ancora”.

Secondo lei c'è abbastanza consapevolezza su quello che è successo qua dentro da parte dei cittadini?

E' una domanda molto difficile, non si può sapere fino in fondo. Io ho la sensazione che molta comunicazione sia passata attraverso canali informali, le famiglie, le generazioni, che quindi ci sia una consapevolezza superiore a quella che c'è stata per altri episodi analoghi o simili avvenuti in passato. Sotto questo profilo non sono negativo, il problema è in alto, nelle istituzioni, nei vertici di polizia, nei politici che hanno permesso a quei vertici di agire in modo così inadeguato rispetto alla situazione in questa vicenda”.

È una vicenda con cui faremo mai i conti come paese?

Io questo non lo so, so che questa vicenda non è chiusa, lascia un'eredità pesante che può condizionare i rapporti tra la cittadinanza, le forze di polizia e le istituzioni. Ho la sensazione che si stia sottovalutando la gravità di quello che è accaduto e di non aver rimediato sul serio”.

Francesco Li Noce

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