Egregio signor direttore,
vorrei fare alcune considerazioni sull'articolo comparso ieri sul suo Giornale dal titolo "Confermata la condanna per l'ex sindaco e l'ex segretaria comunale di Brossasco".
Dal suddetto articolo sembrerebbe che il sottoscritto debba restituire al comune circa 5.000 euro, ma questo non è vero e cerco di chiarire la situazione.
Per quanto riguarda la somma di 47.913 euro indebitamente percepita dall'ex segretaria comunale, sono stati avviati due procedimenti paralleli, uno davanti al Giudice del Lavoro e l'altro davanti alla Corte dei Conti.
Con sentenza n. 242/2017, confermata in appello, il Giudice del Lavoro condannava l'ex segretaria al rimborso dell'intera somma oltre interessi e spese legali.
Con sentenza 97/18 del 24.09.2018, la Corte dei Conti sezione Piemonte condannava l'ex segretaria alla restituzione della somma di 43.122 euro ed il sottoscritto alla restituzione della somma di 4.791 euro, "salvo a tener contro nella fase esecutiva di quanto eventualmente recuperato dall'Amministrazione danneggiata".
Dell'avvenuto risarcimento il comune di Brossasco prendeva atto con delibera della Giunta n. 40 del 5 giugno 2019, che recita testualmente: "Delibera di prenderea tto dell'avvenuto incasso della somma di 64.827,63 euro, a titolo di estinzione della procedura di esecuzione numero 176/2018 successiva alla sentenza di condanna numero 242/2017 pronunciata a carico della dottoressa M.C.D.".
Quanto uscito ultimamente su alcuni organi d'informazione si riferisce alla sentenza n. 218/2020 del 14/10/2020 della Corte dei Conti sezione centrale d'appello che confermava al sentenza di primo grado della sezione Piemonte.
Nel frattempo però, il Comune, come riportato in precedenza, era stato completamente risarcito, pertanto secondo quanto disposto dalla sentenza di primo grado della Corte dei Conti, confermata in appello, il sottoscritto non deve nulla al comune.
L'ex sindaco Nova, dimessosi a metà mandato, ha più volte affermato su alcuni organi d'informazione che anche questa vicenda è stata determinante per le sue dimissioni da sindaco: non è assolutamente vero, la segnalazione all'Autorità Giudiziaria per il recupero del denaro indebitamente percepito, è stata fatta di comune accordo con l'intero gruppo di maggioranza e l'illecito era stato rilevato dalla subentrante segretaria comunale e non dal sindaco Nova, che si è dovuto dimettere perché sfiduciato da tutti i consiglieri del gruppo di maggioranza.
Alcuni si erano infatti dimessi a luglio 2017, venuti a conoscenza di una denuncia presentata, all'insaputa di tutti i consiglieri, ai Vigili del Fuoco e allo Spresal, contro la Giocolegno, ditta artigiana del luogo che, tra l'altro, non ha avuto alcuna sanzione nonostante i numerosi accertamenti.
I rimanenti consiglieri di maggioranza si sono dimessi venuti a conoscenza di una chilometrica denuncia, con ben cinquanta capi d'accusa, presentata, sempre a loro insaputa, contro il sottoscritto e alcuni dipendenti comunali: a tale sentenza sono seguite solo archiviazioni, nessun rinvio a giudizio e nessuna condanna.
Nova pensava di poter gestire il Comune in modo personalistico, autoritario, arrogante e giustizialista, con metodi più simili a quelli di un podestà che quelli di un sindaco, ma questo non gli è stato permesso dagli stessi consiglieri di maggioranza che stanchi della situazione insostenibile si sono dimessi.
Nova non è stato in grado di portare a termine il mandato, ma se la deve prendere solo con se stesso senza cercare ostacoli vari, cavilli, congiure.
Ringrazio e saluto distintamente
Meo Beoletto - Ex sindaco di Brossasco
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